Sul successore spunta un’ipotesi: e se Director of Rugby e Head Coach non fossero la stessa persona?
Quella che il Team Manager Luigi Troiani annuncerà alle ore 14.30 italiane di quest’oggi, giovedì 17 marzo, sarà l’ultima formazione di coach Brunel da allenatore della Nazionale Italiana. Tra pochi giorni gli Azzurri sono attesi da un impegno difficilissimo in casa del Galles, ad una settimana di distanza dal tracollo di Dublino. Il rischio di un’altra imbarcata c’è, perché la squadra di Gatland non mollerà dal primo all’ultimo minuto e imposterà la partita su fisicità negli impatti e velocità nella pulizia del breakdown. A livello fisico sarà forse la prova più dura di tutto il torneo, contro un pack solido e una linea veloce che presenta carrier da fare invidia a seconde e terze linee. La quantità di giocatori in grado di dare avanzamento e scardinare da primi ricevitori la difesa avversaria è proprio uno dei marchi di fabbrica della squadra di Gatland. Il resto lo fanno i cacciatori a terra, l’abilità di giocare le turnover ball e una touche pressoché perfetta, piattaforma privilegiata dell’attacco gallese (8 delle 11 mete marcate nelle prime tre partite della RWC 2015 sono iniziate con una rimessa laterale). Per Parisse e compagni la sfida sarà davvero impegnativa e Brunel dovrà fare i conti anche con i tantissimi (ed importantissimi) infortunati: quasi una squadra completa, a leggere la lista (Cittadini, Rizzo, Gega, Manici, Ghiraldini, D’Apice, Furno, Biagi, Van Schalkwyk, Violi, Gori, Canna, Campagnaro, Masi, Padovani). Vero che spesso quando messa con le spalle al muro la nostra squadra ha reagito, ma la sensazione è che sabato serva più che mai una provo di orgoglio, Galles o non Galles. Sarà anche l’ultima partita del tecnico transalpino, che certamente vorrà chiudere con un sorriso, ma è tutto il rugby italiano che necessita uno scossone. Il lavoro da fare a livello di formazione e programmazione è molto e uscire a testa alta dal Millennium, pardon Principality, non significa automaticamente risolvere tutti i nostri problemi. Ma chiudere bene aiuterà tutti, a partire dalla squadra che si ritroverà a giugno e da chi quei ragazzi andrà ad allenarli.
A proposito, subito dopo il Mondiale il presidente Gavazzi diceva che “Non sarà solo un nuovo commissario tecnico, ma un vero director of rugby”, come se le due figure coincidessero. Con le ultime dichiarazioni, invece, il numero uno FIR ha detto che il nuovo allenatore non sarà O’Shea. E se il tecnico irlandese arrivasse come vero e proprio Director of Rugby nel vero senso della parola e l’allenatore fosse un altro (succede a Sale, succederà l’anno prossimo a Munster)? Magari un italiano che con il suo staff stia a stretto contatto con il DoR in vista del futuro, proprio come detto da Gavazzi a Repubblica? Tanto più che OnRugby può riportare voci sempre più insistenti sull’arrivo di O’Shea…
Tornando al qui e ora, in gruppo per l’ultima sfida tornano Tommy Allan e Jacopo Sarto. Due giocatori fondamentali per l’Italia che verrà, soprattutto per il giocatore delle Zebre chiamato nei prossimi anni a raccogliere pesanti eredità in terza linea. Problemi potrebbero poi arrivare in mezzo al campo, dove oltre all’infortunato Campagnaro (nostro uomo più in forma e uno dei pochi in grado di battere l’avversario diretto nell’uno contro uno) sono in forse Garcia e Morisi. Nel triangolo allargato la speranza è di rivedere Odiete e Bellini, forse le luci più belle di un torneo spesso in ombra. Due giocatori che nonostante la non militanza celtica hanno dimostrato di non sfigurare a questi livelli, reggendo un forte carico di pressione. Quella che alle 14.30 scopriremo sarà l’ultima Italia di coach Brunel. Last but not least, direbbero lassù.
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