Un nuovo Sei Nazioni, la Georgia ci riprova: “Vogliamo una opportunità”

Il ct Milton Haig torna a bussare, ma John Feehan lo gela: “Non è lavoro nostro trovare soluzioni per Romania o Georgia”

ph. Sebastiano Pessina

ph. Sebastiano Pessina

“Chiediamo solo una chance, una opportunità”. A parlare così in una intervista rilasciata alla Associated Press è il ct (neozelandese) della Georgia e – ovviamente – il tema è quello dell’ingresso di nuove realtà nel Sei Nazioni. O nel suo allargamento. Che venga studiato un sistema di retrocessione/promozione o che il numero delle squadre cresca è un aspetto secondario. Per lui, ovviamente.
La vicenda è nota: l’Italia non sta certo dando grandi prove negli anni e allora Georgia e Romania vengono a bussare al torneo più importante del mondo, quello con maggior fascino e tradizione di tutta Ovalia. La nostra nazionale per il momento non corre seri pericoli, il contratto siglato ci lega al Sei Nazioni fino al 2024 ma se l’andazzo non dovesse cambiare almeno di un po’… Comunque John Feehan, CEO del board che gestisce il torneo ha detto che modifiche “non sono in agenda e, francamente, non è lavoro nostro trovare soluzioni per i problemi di crescita e sviluppo di Romania, Georgia o chiunque altro“.
A Tbilisi, sabato scorso, si è giocata la sfida proprio con la Romania in una partita che ha deciso il vincitore della European Nations Cup (a imporsi proprio la Georgia per la sesta volta consecutiva), chiamata anche Sei Nazioni B. Sugli spalti 55mila persone.

 

“Sta diventando un po’ noiosa questa richiesta – ammette Milton Haig – ma per lo sviluppo del nostro rugby è vitale entrare in una competizione che ci faccia crescere. Se dovesse costarci un po’ di soldi, beh diteci quanto e sono sicuro che il governo e i nostri sponsor ci aiuteranno per una cosa come questa. Possiamo aggiungere del valore”.
A far tornare un sorriso anche all’Italia è un romeno, Octavian Morariu, CEO di Rugby Europe, l’ente che organizza il Sei Nazioni B: “L’ingresso nel Sei Nazioni per Romania e Georgia è solo un desiderio, nulla di più. Bisognerebbe però aumentare i test-match tra squadre del Tier 1 e del Tier 2”.

 

Già, perché il punto in realtà sembra essere proprio questo. L’Italia si è guadagnata l’accesso vincendo contro Francia e Irlanda, non Spagna e Portogallo. E l’ha ribadito anche capitan Parisse nel corso della conferenza stampa del Principality Stadium dopo la sfida contro il Galles, quando incalzato dai giornalisti gallesi sull’argomento ha dichiarato: “Oggi nessun’altra squadra merita di giocare questo torneo più di noi, con tutto il rispetto per Georgia e Romania. Servono risultati storici, come quelli che noi abbiamo ottenuto. Se qualcuno deciderà che ci sarà un playoff lo giocheremo, ma le altre lo accetterebbero? Se anche Francia o Scozia facessero un brutto torneo…”.

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