Azzurra e rosa: la palla ovale delle ragazze vince e scala il ranking

Per l’Italdonne ancora due vittorie al Sei Nazioni e i Mondiali in tasca. Con un movimento in costante crescita

ph. Matteo Ciambelli

ph. Matteo Ciambelli

Vincenti e convincenti. L’Italdonne anche questa stagione si conferma una delle luci più belle del movimento azzurro, grazie ai due successi contro Scozia e Galles e, soprattutto, alla qualificazione per la Coppa del Mondo del prossimo anno. Non che sia una sorpresa, del resto. Da quattro anni a questa parte le ragazze di Andrea Di Giandomenico hanno sempre vinto almeno due partite del Sei Nazioni, a conferma di una crescita costante dall’ingresso nella competizione avvenuto nel 2007. E l’ottavo posto nel ranking mondiale non fa che aggiungere lustro al lavoro svolto fin qui, sia sul campo dalle ragazze che dietro le quinte dal movimento come dimostrano i continui innesti di giovani ragazze nella rosa ma anche la crescita del numero di praticanti e la nascita di nuove squadre.

 

“Tutto questo è possibile anche grazie allo sviluppo che sta avendo il movimento – spiega proprio la responsabile del settore femminile Maria Cristina Tonna in un’intervista al sito federale – con una rete sempre più capillare su tutto il territorio italiano: i Tecnici di Sviluppo femminile operano inseriti nelle strutture tecniche del comitati regionali, supportando in primis le categorie Under 14 ed Under 16, con interventi nelle scuole e presso le società; la Fir coordina le varie attività regionali Juniores e Seniores in stretta sinergia con i comitati stessi e con le società, fulcro delle varie attività quotidiane, sia di reclutamento che di formazione”. E non solo, perché “stiamo avviando proprio in questo periodo un progetto che consentirà alle atlete juniores di frequentare i Centri di Formazione, per favorire l’acquisizione di una mentalità da atleta”. Per una nazionale  che viaggia a velocità sostenuta ci sono anche i club da cui le atlete provengono: “Altro tassello importante è il contributo economico – conclude la Tonna – che sarà assegnato per ciascuna convocazione, che spero possa dare ulteriore linfa alle attività femminili delle società da cui provengono le azzurre e che si privano delle stesse per un tempo così prolungato durante il 6 Nazioni”.

 

Sul campo, invece, una delle indiscusse protagoniste di questo percorso è senz’altro Melissa Bettoni, pilone destro che si è meritata anche una menzione nel XV ideale del torneo stilato da scrumqueens.com e uno dei simboli di un’Italia che continua a raccogliere applausi e a far crescere il proprio seguito. “Il rugby è un sport duro, in carriera qualche infortunio l’ho subito, ma sono stati incidenti di percorso, nulla di grave – racconta l’azzurra di Borgosesia a Tuttosport – In qualsiasi sport ti puoi fare male. Il rugby non è una negazione della femminilità, anzi accentua i punti di forza delle donne: tenacia e determinazione […] In Italia la palla ovale è in crescita grazie al traino della nazionale, ma le tesserate sono in aumento e le squadre iniziano a crescere di livello”. 25 anni da compiere, già 30 caps all’attivo e una maglia (quella della prima partita in azzurro) esposta al museo del rugby, ma anche un sogno nel cassetto: “Tornare in Valsesia a insegnare rugby. Avrò tante mamme da convincere ma chi conosce questo sport poi non lo molla più: che sia maschio o femmina”.

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