La sfida tra Argentina e Australia del Championship si giocherà a Twickenham. Dove non ci si annoia solo durante la RWC…
E’ dei giorni scorsi la notizia che l’ultima partita del Championship 2016 tra Argentina e Australia non verrà disputata in casa dei Pumas ma a Twickenham: “In linea con la nostra volontà di portare il prodotto in tutto il globo – ha commentato il CEO del SANZAAR Andy Marinos – la federazione argentina ha accettato di giocare a Londra per creare una propria fan base nel Regno Unito, che avrà la possibilità di assistere ad un match con protagoniste due tra le squadre che più fanno divertire in campo e che si sfideranno in uno dei tornei più duri che vi siano”. “La semifinale mondiale contro l’Argentina è stato un match davvero divertente – ha aggiunto il CEO della federazione australiana Bill Pulver – e sono certo che gli appassionati inglesi potranno assistere ad un’altra sfida aperta giocata da due squadre che amano far viaggiare la palla“. In un momento in cui World Rugby sta cercando di far uscire sempre più la palla ovale dalla propria nicchia e nell’anno del ritorno del rugby ai Giochi Estivi, l’Emisfero Sud non poteva restare al palo ed ecco la prima partita della storia del Championship – prima Tri Nations – ad essere disputata al di fuori dei paesi coinvolti nella competizione. E al di là delle evidenti implicazioni commerciali, dai diritti televisivi al merchandising passando per l’allargamento della propria fan base, è una la parola che più deve far riflettere noi fruitori del rugby del Vecchio Continente: divertire.
Le parole di Andy Marinos e Bill Pulver del resto lo fanno intendere chiaro e tondo. Nel tempio di Twickenham non si disputerà un match di rugby “tradizionale” (virgolette nostre) ma una partita aperta giocata da da due “entertaining teams” (virgolettato di Andy Marinos) che attaccheranno palla in mano. La Rugby World Cup 2015 del resto ha sancito che la fisicità esasperata è condizione necessaria ma non più sufficiente per imporsi a livello internazionale e le dichiarazioni riportate sembrano rassicurare i tifosi londinesi, che non dovranno aspettare di organizzare un altro Mondiale per assistere dal vivo ad una partita divertente (posto che sicuramente più di un palato del Vecchio Continente la pensi diversamente). Battute a parte, rileviamo comunque che per il SANZAAR la componente ludica della fruizione ovale non è assolutamente in secondo piano, in un rugby a 15 che sotto l’Equatore sta assimilando la capacità di battere le difese del League e la velocità di pulizia del breakdown del Seven, con ball presentation dinamiche per interrompere meno possibile il ritmo.
Da questi punti di vista, del ritmo, della velocità, della spettacolarità di certi gesti tecnici e di certe scelte di gioco, il confronto tra Super Rugby e campionati europei non può reggere. Non stiamo dicendo che preferiamo uno stile o l’altro (ognuno si faccia la propria sacrosanta opinione), ma rilevando due dati di fatto che riguardano quello dell’Emisfero Sud: ha più appeal, soprattutto sulle potenziali nuove platee iniziate alla palla ovale attraverso il veloce e spettacolare rugby a sette; e al giorno d’oggi si è dimostrato essere quello vincente. E ora le quattro regine bussano alle porte dell’Europa quasi volessero venderci un prodotto diverso da quello a cui siamo abituati: venite a guardare il nostro rugby, potreste addirittura divertirvi.
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