Inizia nel weekend il primo torneo domestico Pro degli Stati Uniti. Tra giocatori e allenatori europei e tante aspettative…
Inizierà domenica 17 aprile alle 2 del pomeriggio locali con la sfida tra Ohio e Denver il primo campionato professionistico statunitense. Sono passati pochi mesi da quando durante la RWC 2015 sono trapelate le prime indiscrezioni sulla nuova competizione, eppure in questi mesi la palla ovale statunitense si è mossa velocemente. L’ultima tappa in ordine di tempo è stato il lancio della piattaforma RugbyChannel.tv, che permetterà agli appassionati Oltreoceano di seguire una serie di competizioni allargando così la fan base statunitense (a noi lo aveva anticipato in un’intervista il CEO di USA Rugby Nigel Melville). Per l’anno zero della competizione, sono previste cinque squadre che disputeranno sedici giornate per un totale di trenta incontri.
Il campionato parlerà anche un po’ italiano, con la presenza di due Azzurri: Filippo Ferrarini, che giocherà con la squadra dell’Ohio, e Mirco Bergamasco in forza invece a Sacramento. Oltre ai due, i volti più noti sono quelli del terzo ex bianconero, Mils Muliaina (San Francisco), il centro Dominic Waldouck (107 presenze in Premiership, ora con Ohio), l’apertura Kurt Morath (ex Taranaki e Biarritz, 30 caps con Tonga, ora San Diego), il pilone Jamie Mackintosh (1 caps con gli All Blacks, ex Highlanders e Montpellier, ora Ohio), il centro dual code Timana Tahu (ex Waratahs, 4 caps con l’Australia, ora Denver), l’estremo Orene Ai’i (ex Blues, Tolone e New Zealand Seven, ora San Francisco), Phil Mackenzie (ex London Welsh e Sale, ora San Diego) e il flanker sudafricano Pedrie Wannenburg (20 caps con gli Springboks ed ex Bulls, Ulster e Oyonnax, ora Denver).
Per quanto riguarda invece gli staff tecnici delle sei squadre che prenderanno parte all’edizione numero uno del torneo, da segnalare Rob Hoadley (defence coach dei Wasps nello staff di Shaun Edwards e ora assistente del XV dell’Ohio), Andre Snyman (38 caps con il Sudafrica, ora Technical Adviser and Consultant di tutto il torneo), Eamonn Hogan (nello staff di Ohio, per cinque anni direttore del Leicester Tigers Junior Academy program), Adriaan Ferris (assistente a San Francisco, ex assistant coach della nazionale tongana e DoR a Northland) e Ray Egan (dal 2005 al 2011 head coach dell’Academy di Munster, ora head coach di San Diego)
A capo della struttura tecnica della competizione c’è lo scozzese Steve Lewis, che in questi ha raccontato allo Scotsman alcuni dettagli della competizione. La totalità dei contratti di giocatori e allenatori sono centralizzati e tutto è presieduto (e posseduto) da Doug Schoninger, CEO di PRO Rugby e imprenditore attivo nella costruzione degli impianti sportivi. Il compito di Lewis è quello di garantire la maggiore uguaglianza possibile tra i team in termini di qualità tecnica, secondo un’idea tipicamente statunitense dello sport. Tre sono i livelli di contratto: una prima fascia (circa 40 giocatori) riceverà $35.000 dollari per la stagione, una seconda (80 giocatori) $20.000 e una terza verrà invece pagata a gettone presenza.
Solo il tempo dirà quanto questo campionato saprà evolversi (si parla già di squadre canadesi e della East Coast per la prossima stagione), quale sarà il livello tecnico e se saprà esercitare appeal verso importanti giocatori internazionali. Di sicuro negli States il rugby è lo sport di squadra che più velocemente sta crescendo e le nazionali Seven maschili e femminili stanno ottenendo importanti risultati alle World Series. Di certo Oltreoceano scommettono molto su questo torneo. In atteso di consolidarsi ed espandersi ulteriormente.
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