Il tecnico dei ducali analizza il difficile momento dei suoi. E indica possibili strade per non ripeterlo
C’è un prima e un dopo nella stagione 2015/16 delle Zebre. Prima, le quattro vittorie nelle prime undici giornate celtiche a cui si aggiungono le tre in Challenge Cup. Poi, da fine gennaio ovvero durante e dopo il Sei Nazioni (indicazione temporale ma non solo), sono arrivate le nove sconfitte consecutive in Pro12, ma soprattutto sembra essere venuto meno uno dei tratti distintivi delle Zebre di inizio stagione: la voglia di combattere. Se è difficile ritenere la squadra ducale alla pari per profondità alle squadre che occupano le prime posizioni del torneo celtico, è altrettanto vero che spesso i ragazzi di coach Guidi avevano offerto prestazioni in cui non erano mancate aggressività e vis pugnandi, che avevano permesso di ottenere i risultati che abbiamo sopra ricordato. Un dato su tutti: considerando dalla prima giornata di Pro12 all’ultima di Challenge (6 settembre 2015-23 gennaio 2016), la media punti subiti in 17 match giocati è stata di 22. Numero che sale a 38 nelle nove partite celtiche disputate dal 30 gennaio al 16 aprile.
E proprio al termine della partita di sabato scorso contro Ulster abbiamo parlato con coach di Guidi di questo cambiamento (dall’inizio a 2:45). Il discorso si è poi spostato sulla questione se sia meglio per le italiane giocare la Champions o la Challenge Cup (2:45 – 3:19, qui invece le recenti dichiarazioni del tecnico della Benetton Marius Goosen) e sui possibili modi per fare in modo che ciò non accada la prossima stagione, ovvero aumentando la profondità della rosa anche legando un’Accademia alle celtiche (3:20).
https://www.youtube.com/watch?v=GmS-Z16BtAo
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