I nove punti cardine del progetto del tecnico di Tolone e alcuni appunti sparsi…
Bernard Laporte lascerà a fine stagione il testimone della panchina del Tolone a Diego Dominguez. Nel frattempo, oltre ad occuparsi del finale di stagione che si presenta scoppiettante, trova il tempo per fare campagna elettorale per la sua candidatura alla presidenza della Federazione Francese Rugby. Le elezioni sono previste nel mese di dicembre 2016 e con largo anticipo (più di sette mesi), ha esposto a Bordeaux il suo programma. Questo è diviso in 9 temi principali nei quali sono indicati i 44 punti sui quali si basa la rivoluzione del rugby transalpino che Laporte intende realizzare in caso di vittoria. Vediamo quali sono i punti più importanti:
1. Riforma del sistema di governo delle FFR: la parola d’ordine è trasparenza. Voto telematico e azzeramento delle deleghe. Ogni club potrà ricevere una sola delega da un altro club. Le cariche federali non potranno essere rinnovate più di una volta. Decentralizzazione dei poteri della FFR a 13 leghe regionali. Creazione di una commissione di sorveglianza finanziaria.
2. Squadre nazionali più forti: istituzione di contratti federali per i giocatori/trici di interesse nazionale a XV e a VII. Riforma del calendario del TOP 14: già nei mesi passati Laporte aveva auspicato una diminuzione a 12 squadre della massima serie. Diminuzione della presenza sia nei campionati professionistici che amatoriali di giocatori “non selezionabili” nelle squadre nazionali.
3. Professionisti e non professionisti uniti: mutualizzazione tra le due categorie dei diritti tv e di tutti gli eventuali introiti. Soppressione per i campionati professionistici del turno domenicale.
4. Formazione del rugby francese: riforma della direzione tecnica nazionale. Triplicare il numero dei consiglieri rugby territoriali (equivalenti ai tecnici regionali della FIR) entro il 2020.
5. Semplificazione: diminuzione del carico fiscale per i club, diminuzione del 10% dei costi di gestione della FFR e riforma dei campionati non professionistici.
6. Favorire le pari opportunità: Duplicare in 10 anni il numero delle giocatrici arrivando a quasi 30.000 e introdurre una sezione femminile in tutte le squadre professionistiche.
7. Sviluppo del rugby a VII: creazione di una direzione tecnica nazionale per il rugby a VII. Creazione di un campionato U16; U18 e Espoir a VII in Francia e nei territori d’oltremare.
8. Rugby ragionevole: abbandono del progetto “Grande Stadio” giudicato antieconomico e utilizzo degli stadi rinnovati per l’europeo di calcio, che si giocherà a giugno in Francia, per delocalizzare le partite del XV transalpino.
9. Sviluppo nei territori e nei dipartimenti d’oltremare (DOM/TOM): vero sviluppo del rugby in questi territori dove fino ad oggi è stato trascurato, anche attraverso l’organizzazione nei DOM/TOM di un match della nazionale francese durante la tournée estiva. Sviluppo di un progetto di eccellenza del rugby VII.
Ci sono cinque considerazioni che emergono in questo progetto:
– L’esigenza di un cambio di direzione, una maggior trasparenza da parte della federazione verso i club;
– Il tentativo di capovolgere la percezione del rugby moderno: la base della piramide lavora nell’ombra al servizio dell’apice e quindi, nella proposta di Laporte, la base deve poter usufruire del ritorno economico del movimento professionistico. Rugby di prossimità: con la nazionale che va incontro ai suoi tifosi in tutta la Francia e riallaccia i rapporti col territorio.
– Acceleratore sul rugby femminile e sul rugby a VII. Visti gli ottimi risultati della nazionale femminile nell’ultima coppa del mondo e nel 6 nazioni c’è la volontà di continuare su questa strada. Un discorso analogo può esser fatto per il VII (già qualificate per Rio le squadre femminile e maschile), ma in questo caso la proposta di un progetto di eccellenza per il VII nei territori francesi dei caraibi, oceano indiano e pacifico ha il sapore di un VII franco-isolano che ha tutte le potenzialità per competere con i migliori al mondo nel VII.
– Non stupisce come il cambio dalla panchina alla poltrona più ambita della FFR faccia cambiare completamente la visione di Laporte sui giocatori stranieri. Non è il suo Tolone che negli ultimi anni ha fatto acquisti pazzi nell’Emisfero Sud? E se il candidato alla presidenza FFR denuncia la pratica di far arrivare in Francia giocatori 17enni dalle Fiji e da Samoa, per farli diventare “giocatori di formazione francese” dopo tre anni passati nei centri di formazione dei club pro, l’allenatore del Tolone Rugby Club ha sfruttato quest’opportunità che l’attuale regolamento gli permette.
– L’ultima considerazione riguarda il tipo di comunicazione scelta da Laporte: il suo logo è: “1885 Club 1 Rugby” un’idea di rugby inclusivo; di federare tutti ad un progetto cercando di ricucire lo strappo tra club professionistici e il rugby di base che sta causando una perdita delle radici del rugby francese.
Di Alessandro Vischi
Veterinario, ex giocatore del CUS Milano e dell’ASR Milano, educatore del minirugby e arbitro. Da tre anni vive a Tolosa. Per OnRugby ha realizzato l’inchiesta in cinque puntate “Rugbisti italiani verso la Francia” (parte 1, parte 2, parte 3, parte 4, parte 5) e il focus di approfondimento sul rugby femminile Oltralpe (parte 1, parte 2, parte 3, parte 4)
Cari Lettori,
OnRugby, da oltre 10 anni, Vi offre gratuitamente un’informazione puntuale e quotidiana sul mondo della palla ovale. Il nostro lavoro ha un costo che viene ripagato dalla pubblicità, in particolare quella personalizzata.
Quando Vi viene proposta l’informativa sul rilascio di cookie o tecnologie simili, Vi chiediamo di sostenerci dando il Vostro consenso.