L’ex ct si sfoga con OnRugby su una intervista-comunicato che non era tale: “Non voglio diventare un’arma politica per nessuno”
“Sono veramente dispiaciuto e offeso che una persona che non conosco e che non si è presentata possa usare il mio nome e un momento di convivialità per fini politici. E’ un problema di deontologia, di correttezza. Io sono andato là per fare un piacere a un presidente di una società che è un mio amico, per fare piacere a un gruppo di ragazzi, soprattutto per onorare il rugby italiano al quale sono legatissimo da un punto di vista affettivo e di cui seguo sempre tutto con grande attenzione. Non ho rilasciato nessuna intervista, non voglio essere tirato in mezzo a giochi politici contro nessuno. Ho semplicemente parlato con un mio amico di un tema su cui la mia opinione tra l’altro è nota da sempre”.
A parlare così con OnRugby è un Georges Coste davvero contrariato. La vicenda: la selezione U16 del Friuli Venezia Giulia è in tour in Francia, a Perpignan, e grazie a una serie di contatti l’ex ct azzurro viene avvisato e raggiunge la delegazione. Un incontro che diventa subito una serata conviviale, nulla di ufficiale, dove si chiacchiera di tutto ma dove qualcuno (verosimilmente tra i presenti, ma il tecnico non ne è sicuro) decide di usare alcune frasi in un modo che Coste ritiene politico attraverso un comunicato pubblicato sul sito del Comitato regionale del Friuli. Ed è questa la cosa che lo fa arrabbiare: “Non era nemmeno un incontro programmato: alle 18 e 30 della sera mi ha chiamato il presidente della società, che è un mio caro amico, mi ha detto che da loro ospite c’era una selezione U16 del Friuli e mi ha chiesto se volevo andare al club per raccontare un po’ di cose ai ragazzi. E poi uno dei loro coach è Federico Dalla Nora, un mio ex giocatore a cui sono rimasto molto legato. Un’ora dopo ero lì, felicissimo di rivedere Federico e di parlare ai ragazzi. Sono rimasto a cena e abbiamo parlato di ricordi, di fatti avvenuti anni prima e di tanti altri argomenti rugbistici. Una serata tra amici e niente di più, quel comunicato non andava fatto”.
Coste non nega affatto che si sia toccato il tema accademie: “Certo che ne abbiamo parlato – prosegue l’ex ct parlando con questo sito – ma io ho detto cose che dico da sempre. Le accademie in Italia le abbiamo portate io e Dondi, le hanno tutte le federazioni evolute, potevo forse dire che sono contrario a quel tipo di struttura? Tra l’altro, a dirla tutta, per me oggi sono troppe, è un fatto matematico: se metti 5 giocatori normali con 15 giocatori forti alla fine anche i meno preparati migliorano, ma se metti 5 giocatori forti tra 15 normali sono i primi a uniformarsi ai secondi. Comunque non credo che oggi i club possano sostenere un impegno simile, anche se devono rimanere il cuore del movimento, lo può fare solo la federazione. Ma io l’ho sempre sostenuto. Contro il piano di alcuni avversari del presidente Gavazzi non ho nulla: non lo condivido in toto ma va detto che nemmeno loro vogliono cancellare il sistema delle Accademie, quanto rimodularlo. Ma sono comunque opinioni espresse tra amici, non voglio diventare un’arma politica per nessuno. Ho lavorato per anni per la FIR e sono amico di Marzio Innocenti ma nessuno deve usare il mio nome, oltretutto senza chiedermi nulla”.
L’ex ct chiude con una nota di amarezza: “I ragazzi che ho incontrato non conoscevano la storia del rugby italiano, della nazionale che ho guidato e che ha portato l’azzurro nel Sei Nazioni. Come si può crescere?”
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