Ufficiale: Bill Beaumont nuovo presidente di World Rugby

Dall’1 luglio l’inglese entrerà in carica con Pichot come vice. “Sono onorato, è un momento chiave per questo sport”

ph. Andrew Couldridge/Action Images

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Oggi a Dublino Ovalia cambierà la sua guida. Dopo 9 anni di “regno” Bernard Lapasset lascerà la carica di presidente di World Rugby: il dirigente di Tarbes venne infatti eletto numero uno dell’allora IRB il 19 ottobre 2007 al posto dell’irlandese Syd Millar, entrando poi effettivamente in carica dal primo di gennaio dell’anno successivo.
Ora lascia dopo esser diventato co-presidente (assieme a Tony Estanguet) del Comitato per la Candidatura di Parigi a ospitare le Olimpiadi del 2024. E si mormora che il suo obiettivo successivo sarà la presidenza del CIO…
A prendere il suo posto sarà quel Bill Beaumont che già 4 anni fa aveva cercato di “soffiare” il posto a Lapasset
uscendo però sconfitto dalla corsa elettorale (e l’Italia ebbe il suo peso, spostando il suo voto dal fronte anglosassone a quello che sosteneva il candidato transalpino). Oggi nella capitale irlandese non dovrebbero esserci sorprese dell’ultima ora, visto che quella dell’ex capitano della nazionale inglese è ufficialmente l’unica candidatura in campo. A fargli da vicepresidente sarà l’argentino Agustin Pichot. L’Italia potrebbe perdere il posto nel comitato esecutivo ma controbilancia con l’aumento del numero di voti a sua disposizione. Ci sarà poi da decidere chi prenderà il posto di Giancarlo Dondi, ormai 80enne.
Se tutto andrà come previsto Beaumont – entrerà ufficialmente in carica dal prossimo 1 di luglio.

 

Sarà un mandato importante quello che inizierà questa estate, probabilmente anche più gravido di conseguenze per il rugby mondiale rispetto a quanto avvenuto sotto la presidenza Lapasset, durante la quale si è registrato un enorme allargamento dei paesi e del numero di giocatori di rugby a livello mondiale, con la crescita della componente femminile, l’esplosione del Seven e l’irruzione sul palcoscenico di Ovalia di protagonisti come i paesi asiatici (Giappone in testa), Russia e Stati Uniti, destinati ad acquisire un peso sempre più crescente sia in termini agonistici che politici.
Beaumont infatti dovrà affrontare le conseguenze ormai improcastinabili di un simile allargamento, il cui aspetto più urgente è la modifica dei calendari internazionali e la loro armonizzazione. Cosa più facile a dirsi che a farsi. Alla fine un qualche compromesso verrà trovato, ma inevitabilmente ci sarà qualcuno che si lamenterà e nei prossimi mesi sono da mettere in preventivo polemiche e scossoni. Certo, la nomina di un inglese sulla poltrona più importante di Ovali dovrebbe mettere al riparo il Sei Nazioni da “traslochi” temporali, rimanendo così nella tradizionale collocazione di febbraio-marzo, ma in questa cose mai dire mai.

 

Ricordiamo che non ci sono accordi per i test-match internazionali dopo la RWC 2019 che si terrà in Giappone e il tempo comincia a diventare tiranno. L’Emisfero Sud vorrebbe far slittare la finestra estiva a luglio, così da non sovrapporsi al Super Rugby e che vorrebbe partecipare – diciamo così – alla divisione dei guadagni dei test autunnali. Uno spostamento, quello dei test estivi, che porterebbe a uno slittamento di un mese anche dell’inizio della stagione nell’emisfero nord e conseguentemente il via al Sei Nazioni in marzo.
Un problema, quello dell’armonizzazione del calendario internazionale, strettamente collegato al tema della salute e del benessere fisico dei giocatori: un calendario che diventa sempre più lucrativo e fitto ma che costringe infatti gli atleti a giocare troppe partite di uno sport che ha nel contatto fisico esasperato una delle sue caratteristiche principali. Di qui il tema infortuni, di cui le concussion sono l’aspetto più evidente e preoccupante, ma non certo l’unico.

 

UPDATE ore 14:26: Bill Beaumont sarà ufficialmente il nuovo presidente di World Rugby a partire dal prossimo 1 luglio. L’inglese è stato eletto all’unanimità dal consiglio insieme ad Augustin Pichot, che assumerà la carica di vice-presidente. “Sono onorato di poter essere il presidente di World Rugby in un momento chiave per questo sport – ha dichiarato l’attuale Ceo della RFU – che è in condizioni eccellenti. Nei prossimi quattro anni ci saranno diverse opportunità per migliorarlo ulteriormente e per far crescere il gioco”.

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