Calvisano riconosce la sconfitta e plaude agli avversari. Le emozioni di Alfredo Gavazzi e Filippo Frati
La maledizione è finita. Dopo 26 anni e alla terza finale consecutiva Rovigo è riuscito a portare a casa lo scudetto. Un’attesa infinita, vissuta con pressione e trepidazione da una città che sportivamente parlando vive di rugby e che ieri ha affollato gli spalti del Battaglini. “E’ una cosa stupefacente, non mi aspettavo una gioia così grande da parte di così tanta gente – ha dichiarato al Gazzettino patron Zambelli – ho desiderato così tanto questo scudetto che ora quasi lo sento come una cosa che ci era dovuta. Forse ce lo meritavamo prima, però è arrivato ora, quindi godiamocelo”.
Coach Joe McDonnell rivela un retroscena accaduto durante l’intervallo: “Tra primo e secondo tempo negli spogliatoi ho usato parole molto dure: ho sottolineato l’importanza della disciplina, ho avvertito di smettere di parlare con l’arbitro e di pensare solo a lavorare. Questo ha avuto l’effetto voluto nel secondo tempo, in cui abbiamo tenuto sotto controllo la pressione e gli avversari, nonostante avessero alzato il livello fisico della partita”. Il pensiero si sposta poi dagli ultimi ottanta minuti e abbraccia l’intera stagione dei Bersaglieri: “Quest’anno la pressione è stata gestita molto bene grazie alla comunicazione costruttiva tra me, la squadra, lo staff, la direzione sportiva e il Presidente: tutto il lavoro svolto in questi mesi oggi ha avuto i suoi frutti. Ringrazio i ragazzi, il Presidente Zambelli, tutto il Club, la città e i tifosi”. Plaude ai suoi anche capitan Momberg: “È un onore aver giocato e vinto lo scudetto con questa maglia, ci eravamo prefissati come obiettivo di riuscire a riscrivere la storia e ci siamo riusciti. Complimenti a tutti i ragazzi per la grande vittoria, alla Società e ai tifosi per il supporto”.
Da parte di Calvisano si riconosce invece il merito del successo degli avversari. “Rovigo ha meritato – dice il Presidente Vaccari al Giornale di Brescia – Nel primo tempo dovevamo essere più concreti, non abbiamo sfruttato almeno un paio di occasioni per segnare. E merito loro: ci hanno creduto con tanta determinazione e tanto cuore. Comunque questo non cancella la bella stagione dei ragazzi che, alla fine di un anno difficile, volevano lo scudetto. I giocatori ci credevano e l’hanno dimostrato sul campo, giocando alla pari e uscendo a testa alta”. Queste le parole sull’atmosfera in cui si è giocato: “E’ uno spettacolo. Questo forse è l’unico posto in Italia che è in grado di offrire uno spettacolo così. La città di Rovigo e il suo pubblico, meraviglioso, si sono guadagnati questa vittoria”.
Al Battaglini era presente anche il Presidente FIR Alfredo Gavazzi e stando a quanto si legge dalle pagine della stampa locale sono lontane le polemiche degli anni passati. “Ha vinto la squadra che ha sbagliato meno – dice il numero uno del rugby italiano al Giornale di Brescia – E poi con un pubblico così Rovigo non poteva far altro che vincere. Mi sono emozionato, una cornice del genere è davvero magnifica”. Presente anche Filippo Frati, tecnico esonerato a dicembre, pure lui con medaglia al collo: “Me l’ha data mio fratello – rivela alla Voce di Rovigo – fa molto piacere che tutti quelli che incontro mi fanno presente che questo è anche il mio scudetto. Di fatto lo sento anche mio, è frutto di un lavoro iniziato tre anni fa e mattone dopo mattone siamo arrivati a questo risultato storico che la città si merita. Ho pianto dalla gioia…”
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