I campioni del mondo si preparano ad una nuova era. Tra giovani talenti e metafore botaniche…
Il giorno 11 giugno 2016 alle ore 20 locali all’Eden Park di Auckland si aprirà ufficialmente una nuova era per il rugby neozelandese. La squadra scenderà in campo per la prima volta dopo la trionfale vittoria nella finale della RWC 2015, ma soprattutto per la prima volta senza alcuni dei giocatori che ne hanno segnato destini e successi dell’ultima decade. Tra ritiri e scelte overseas, tra gli altri non indosseranno più la maglia tutta nera Richie McCaw, Keven Mealamu, Tony Woodcock, Dan Carter, Ma’a Nonu e Conrad Smith. Ovvero i primi cinque All Blacks per caps nella storia (Smith è il settimo, preceduto da Muliaina) e un totale di 707 presenze internazionali con la Nuova Zelanda. Numeri che più che la fine di un ciclo, testimoniano come abbiamo scritto la fine di un’era. Quella nuova si aprirà con un trittico che metterà da subito alla prova tenuta fisica e mentale del gruppo, che nei tre Test Match contro il Galles dovrà affrontare forse la più fisica e logorante squadra dell’Emisfero Nord. Certo, non quella esplosiva degli scorsi anni, ma comunque un avversario che nell’arco dei tre confronti può mettere in seria difficoltà chiunque.
Nelle convocazioni di coach Steve Hansen non mancano novità, con ben sei uncapped di cui tre in terza linea ed età media 25 anni. Nella linea veloce nessun giocatore arriva ai 50 caps (Aaron Smith, Cruden, Dagg, Savea e Ben Smith ci vanno vicini), mentre nel pack l’esperienza ha il nome di Owen Franks, Jerome Kaino, Sam Whitelock ma soprattutto Kieran Read, primo capitano del dopo McCaw. Assieme ai senatori più o meno nuovi, una nutrita schiera di giovani e giovanissimi dall’indiscusso talento: i vari Ardie Savea, Damian McKenzie, Codie Taylor e Lima Sopoaga, che in una fase di transizione e di ricerca dei nuovi “mostri sacri” hanno da subito l’occasione di entrare in pianta stabile nel gruppo All Blacks. “Sappiamo che c’è molto interesse per questa prima selezione del 2016, dopo una grande stagione e dopo l’addio di tanti giocatori di esperienza”, ha dichiarato coach Hansen. Interesse misto a curiosità e con un occhio al 2017, quando molti di questi selezionati affronteranno i Lions. “Molti, compresi i nostri avversari, penseranno che siamo vulnerabili e in fase di ricostruzione. Ma noi non lo pensiamo. Io e lo staff siamo convinti di avere il talento e l’esperienza per portare avanti e accrescere la tradizione degli All Blacks”. Il tecnico usa anche una metafora: “Spesso si dice che quando si tagliano gli alberi più grandi che fanno più ombra, quelli più piccoli crescono più velocemente. Vedremo giocatori crescere e raggiungere gli standard più alti di questa stagione […] Sappiamo che quanto fatto ieri non basterà domani, per questo vogliamo alzare l’asticella”.
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