Il seconda linea parla di cambio di mentalità, pressione e “rendimento medio”
Perry.John Parker, seconda linea inglese classe 1987 in forza a Rovigo con trascorsi ad Edimburgo con cui ha collezionato presenze in Pro12 ed Heineken Cup, ha raccontato al giornalista Elvis Lucchese la trionfale stagione dei Bersaglieri, culminata con la vittoria dello Scudetto 2015/16. “Nella mia carriera non avevo mai vissuto la gioia di un titolo – si legge sulle pagine digitali di venetoblog – Certo avevo disputato la Heineken Cup con Edinburgh e quello era un rugby molto esigente, di altissimo livello […] Ma quanto alle emozioni che ho vissuto lo scudetto di Rovigo non ha confronti, sta al primo posto nella mia vita di rugbista“. E per atmosfera e calore, spiega, i 6000 tifosi del Battaglini “significano più, ad esempio, dei 10-15.000 che puoi trovare a Belfast a vedere l’Ulster”.
Parker parla poi del cambio di allenatore arrivato a metà stagione, con l’addio di Filippo Frati e l’arrivo di Joe McDonnell: “Ha imposto alla squadra di cambiare mentalità, e non è stato per niente facile. Forse io e Jacques Momberg eravamo già abituati a certi metodi, altri no. Onestamente credo che certi giocatori italiani fossero come bloccati in una specie di rendimento medio“. Il tutto nel nome di una parola, “pressione”: “Joe ha spostato il limite, ha portato alcuni degli italiani a dare molto di più”. Infine, il seconda linea parla del suo futuro, rivelando di aver da poco rinnovato firmando un biennale con opzione per il terzo anno.
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