La Nazionale Emergenti, una palestra aperta (per ora) solo due settimane all’anno

La selezione azzurra necessita momenti di incontro nel corso della stagione. E le cose potrebbero presto cambiare…

ph. Razvan Pasarica/Action Images

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“La volontà è quella di dare la possibilità agli atleti di essere coinvolti ad un livello più alto e ad un ritmo a cui non tutti sono abituati […] Tra i 19 e i 23 anni dobbiamo trovare sinergie e creare momenti: proprio per questo è importantissimo il lavoro della Nazionale Emergenti“. Questo ci diceva nei giorni scorsi Carlo Orlandi, Responsabile Tecnico della Nazionale Emergenti impegnata a Bucarest alla Nations Cup 2016 che terminerà per tutte le sei squadre sabato, quando Conforti e compagni è prevista la sfida contro la Namibia dopo la vittoria contro l’Uruguay e la sconfitta contro l’Argentina XV. Tra le maggiori difficoltà a cui il gruppo azzurro deve far fronte dal punto di vista tecnico, quella di dover riuscire a dare un’identità di gioco ad una squadra che de facto esiste due settimane all’anno, come ci hanno raccontato lo stesso Carlo Orlandi ma anche capitan Federico Conforti nel corso del torneo. Dal canto loro, a mo’ di esempio, i Jaguars hanno preso parte tra febbraio e marzo al rinnovato Americas Rugby Championship, che ha visto il secondo quindici argentino affrontare Stati Uniti, Canada, Cile, Brasile e Uruguay.

 

Eppure con un’Eccellenza a dieci squadre, tra l’altro nemmeno troppo sparse nella Penisola, spazi liberi da sfruttare sul calendario non mancano. Vero che non è possibile pensare di organizzare un Sei Nazioni parallelo con le seconde squadre, né tanto meno ipotizzare un tour parallelo come quello che gli England Saxons stanno facendo in Sudafrica, ma tra franchigie di Pro12 (forse con annessa Accademia nelle stagioni a venire) e Accademie sarebbe di assoluto valore creare momenti di incontro dedicati al secondo quindici nazionale, composto per l’appunto da giocatori del campionato Eccellenza che si sono messi in particolare mostra nel corso della stagione e che necessitano testarsi ad un livello di gioco superiore per intensità e ritmo a quello cui sono abituati. Allenamenti congiunti, stage, appuntamenti assieme a staff e giocatori del torneo celtico: nell’era del rinnovato dialogo tra tutte le componenti dell’alto livello, è anche questo che è lecito attendersi. E un potenziamento di questa selezione sembra rientrare nei piani della Federazione: il Presidente Alfredo Gavazzi ha recentemente parlato di un programma di lavoro impostato assieme alla Federazione scozzese e dedicato proprio ai giovani emergenti, che prevede alcuni incontri nel corso dell’anno.

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