Abbiamo intervistato il seconda linea azzurro, che dopo le esperienze all’estero torna a giocare in Pro12
Dopo quattro anni trascorsi all’estero tra Francia e Inghilterra, Joshua Furno torna in Italia dove indosserà la maglia delle Zebre. Con il seconda linea classe 1989 e 36 caps in maglia azzurra abbiamo parlato dell’esperienza tra ProD2, Top14 e Premiership, e della nuova avventura in maglia ducale.
Cosa porti con te delle stagioni trascorse lontano dall’Italia?
Gli anni all’estero sono stati una bellissima esperienza, dalla quale ho imparato tanto. Sia in Francia che in Inghilterra.
Professionalmente parlando, c’è tanta differenza tra questi due paesi?
Sono due ambienti e campionati diversi. In Francia ho giocato il primo anno in ProD2, che nonostante sia il secondo livello è un campionato molto duro e fisico: in più la stagione è lunga e si giocano tante partite. Quello del Top14 è invece un livello molto alto, anche per la presenza di tanti giocatori internazionali. Anche se la stagione a Biarritz non è stata il massimo in termini di risultati, ho imparato tantissimo soprattutto per quanto riguarda l’approccio al rugby.
Com’è giocare e vivere la palla ovale in un posto come Biarritz?
La città e la squadra sono un tutt’uno. Anche se le cose non andavano benissimo gli spalti erano sempre pienissimi e il seguito dietro il club è incredibile. E da parte dei tifosi c’è sempre sostegno, supporto. E poi i derby contro Bayonne, esperienze incredibili. Si andava a giocare a San Sebastien per questione di capienza…
La tappa successiva è Newcastle…
E’ stata la mia prima esperienza nel massimo inglese. Secondo me la Premiership è così tanto dura perché c’è meno differenza tra le squadre e te le giochi tutte fino all’ultimo, mentre magari in Francia c’è maggiore differenza di competitività tra prime e ultime.
Hai notato differenze tecniche rispetto all’altra parte della Manica?
Più che sul piano fisico, rispetto al campionato francese il gioco è più strutturato. In Premiership da lancio del gioco sai cosa dovrai fare nelle successive quattro o cinque fasi, in Francia c’è invece maggiore libertà da questo punto di vista.
Ora la nuova avventura alle Zebre. Obiettivi personali?
Sicuramente tornare al 100% fisicamente, cosa che purtroppo non è stata possibile dopo il Mondiale, e trovare così posto in squadra.
Hai seguito il tour della Nazionale nelle Americhe?
Non è mai facile dopo una lunga stagione, c’è pochissimo tempo libero e finiti gli impegni nei campionati parti subito in tournée. Comunque sono arrivate due vittorie con Stati Uniti e Canada e una prestazione positiva contro l’Argentina: da qui si parte, con uno staff nuovo che certamente porterà qualcosa di fresco.
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