Uno sguardo esterno sulla prima uscita targata O’Shea. La persona giusta (con Aboud) per un lungo viaggio…
State of the Nation è la rubrica targata Planetrugby che al termine degli impegni internazionali “legge” lo stato di salute delle principali squadre protagoniste delle finestre. Un modo per capire come da lontano e da una prospettiva esterna è stato valutato quanto fatto vedere in campo. E la curiosità non può che essere maggiore, essendo stato quello delle Americhe il primo tour dello staff tecnico guidato da Conor O’Shea. Quale il verdetto?
Innanzitutto si dice che nonostante la strada sia lunga, la sensazione è che il tecnico irlandese sia la persona giusta per compiere il cammino. E “non sarà solo questione di riportare linfa alla Nazionale, ma anche rivedere l’intera struttura affinché da qui in avanti i giocatori abbiano a disposizione i migliori tecnici e le migliori piattaforme per avere successo, compito quest’ultimo che spetterà soprattutto a Stephen Aboud […] per avere competitività anche nelle fasce di età minori ristrutturando il sistema delle Accademie”. Per quanto riguarda le tre partite Oltreoceano, precedute da un O’Shea “che non ha sprecato tempo nel far sapere ai suoi giocatori chi non era fisicamente a standard”, si può essere soddisfatti considerando che è solo il primo passo per scalare la montagna. “Quanto durerà l’entusiasmo è tutto da verificare, ma ciò che rincuora è vedere l’Italia dominare fasi di conquista e rolling maul”, come testimoniano le tre mete di Gega. Comunque, “quello italiano è un progetto a lungo termine, che avrà nei Test di novembre (Nuova Zelanda, Sudafrica e Tonga, ndr) il primo vero momento di verifica, quando si vedrà maggiormente la mano di O’Shea”.
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