In un’intervista a Midi Olympique, il ct australiano elogia anche il lavoro Guy Noves parla di una Francia “in pericolo”
Eddie Jones è senz’altro uno degli uomini del momento di Ovalia, dopo aver condotto un’Inghilterra ridotta ai minimi termini al Grande Slam e alla schiacciante vittoria nella serie in Australia. Eppure, il suo mandato è solo all’inizio. “Voglio inserire i giovani, voglio iniettare sangue fresco – ha dichiarato l’australiano in un’intervista a Midi Olympique – Voglio dei giovani come il Wilkinson pieno di rabbia dei Mondiali 2003, perché il principio di base è questo: tra un match ed un altro, ci sono sempre quindi giocatori da scegliere”.
Il coach del XV della Rosa commenta poi la scelta (discussa) di nominare come capitano un giocatore come Dylan Hartley, capace di collezionare 54 settimane di squalifica in carriera: “L’Inghilterra è più forte quando è odiata, dura ed aggressiva. Alla guida di questa squadra volevo un uomo vero, che parla con la gente. […] Ho trovato Dylan profondamente inglese e profondamente umano. Sul terreno di gioco, lui è un po’ come Tarzan. Gioca con il cuore”.
Sul metodo degli allenamenti, invece, Jones spiega come i suoi uomini “si allenino due volte a settimana. Di martedì svolgiamo una seduta di cinquanta minuti molto intensa e senza tempi morti. L’idea è che l’allenamento debba essere più duro della partita che seguirà. Stessa cosa il giovedì, ma con una sessione di trentacinque minuti”.
Infine, l’attenzione si sposta sulla Francia e sul movimento transalpino. Per la nazionale Bleus Jones spende parole positive, in particolare sull’approccio scelto da Guy Noves, “simile al mio. È tornato alla natura profonda del rugby francese, a differenza dei predecessori che erano interessati soltanto ai centimetri, ai chili e ai muscoli; il movimento della palla non aveva nessuna importanza. Noves ha portato cambiamenti e sta facendo capire ai suoi uomini cosa significa essere parte di una selezione e il peso della storia. Ho fatto un po’ la stessa cosa con l’Inghilterra”. Anche per il ct di origini nipponiche, tuttavia, i problemi della Francia nascono alla base: “Soltanto il 50% dei giocatori del Top 14 è selezionabile. Gli equilibri sono fragili e questo mette la nazionale in pericolo. Guardate anche a quello che è successo all’Inghilterra agli Europei di calcio. In Premier League soltanto il 25% dei giocatori sono convocabili per la nazionale. Non è un segreto…”
Cari Lettori,
OnRugby, da oltre 10 anni, Vi offre gratuitamente un’informazione puntuale e quotidiana sul mondo della palla ovale. Il nostro lavoro ha un costo che viene ripagato dalla pubblicità, in particolare quella personalizzata.
Quando Vi viene proposta l’informativa sul rilascio di cookie o tecnologie simili, Vi chiediamo di sostenerci dando il Vostro consenso.