La FIR e il Bilancio di Sostenibilità, un passo nella giusta direzione

Un documento sospeso tra un po’ di propaganda e la fotografia di un movimento, ma la strada presa è quella della chiarezza

Bilancio Sostenibilità 2016

Qualcuno dirà che è una sorta di spottone (traduciamo in italiano corretto: grande spot) che Alfredo Gavazzi ha voluto per lanciare la sua campagna elettorale in vista delle elezioni del prossimo autunno. Difficile contestare una simile affermazione: il primo Bilancio di Sostenibilità che la Federazione ha redatto e che è stato presentato ieri a Roma ha un po’ anche quella natura, una sorta di “guardate come siamo stati bravi in questa gestione”. Indubitabile.
Però ci sono anche dei però. Perché le quasi 100 pagine che lo compongono sono allo stesso modo un inequivocabile salto in avanti nella comunicazione delle idee e dei numeri che fanno e compongono la federazione. Eravamo abituati ai bilanci preventivi e consuntivi che come abbiamo spesso detto sono poco chiari, hanno una ripartizione per voci poco comprensibili, in cui diventa difficile capire quanto costa davvero X o Y. Qui lo scatto verso una maggiore chiarezza è evidente, negarlo sarebbe scorretto. Non siamo ancora al non plus ultra, tutto è migliorabile, però per la prima volta ci si trova davanti a un documento davvero comprensibile.

 

L’intento è quello di dimostrare la bontà dell’operato di una gestione attraverso numeri e obiettivi. Propagandistico, certo, come dicevamo prima. Almeno in parte. Però il capitolo 6  (“L’impatto economico”) ci dà finalmente dei valori su voci come “franchigie federali”, i compensi dello staff tecnico federale nel suo complesso (circa 2 milioni e 500mila euro all’anno) o il peso finanziario dell’Alto Livello nella sua totalità, dove si va dagli 11 milioni e 700mila euro del 2013 ai 10 milioni e 600mila del 2015, passando attraverso gli oltre 12 milioni dell’anno precedente. Un buon inizio.
Il bicchiere mezzo vuoto? Un paragone sull’ultima gestione Dondi (2008-2012) sarebbe stato molto utile, continuano a mancare indicazioni chiare su alcune voci (un esempio: le Zebre, non si dice quanto la FIR ha versato negli anni presi in esame ai bianconeri. E nemmeno a Treviso), i toni a volte un po’ trionfalistici e in diversi casi una maggiore delucidazione della composizione di alcune voci sarebbe stata l’ideale.

 

Va infine sottolineato il fatto che la FIR si sia affidata a canoni internazionali per stilare il documento: il G4 Sustainability Reporting Guidelines e l’Event Organizer Sector Disclosures, entrambi – come ci viene ricordato nella parte iniziale – “pubblicati dal Global Reporting Initiative secondo l’opzione Core”.
E poi si affrontano, nel capitolo 5, i risultati sportivi. Che non possono certo essere positivi e che vengono presentati in maniera parziale, perché per le varie nazionali ci viene detto il numero delle vittorie e la quantità dei punti realizzati senza accennare alla percentuale di affermazioni rispetto alle partite disputate (dato comunque segnalato) o al numero dei punti incassati. Però rimaniamo dell’idea che sia comunque un passo avanti: solo un paio di anni fa un documento del genere sarebbe stato impensabile.

 

Il Bilancio è stato rilasciato dalla FIR nella serata di mercoledì. CHIUNQUE LO VOGLIA CONSULTARE LO TROVA A QUESTO LINK, A FONDO PAGINA sotto il titolo “Documenti”. Lo potete leggere e scaricare.

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