Inizia l’ultima stagione con coach Townsend. Qualche incognita, ma sono ancora tra i favoriti per il successo finale
EDIMBURGO – Stagione 2011/’12. I Glasgow Warriors, con Sean Lineen alla guida, hanno chiuso nella top-four celtica, guadagnandosi il diritto di giocare la semifinale – ma uscendo sconfitti da Leinster alla RDS Arena. Al termine di quella stagione, Gregor Townsend viene scelto come head coach e ha, davanti a sé, una sfida davvero impegnativa. Nonostante, da giocatore, Townsend fosse considerato una delle migliori aperture del suo tempo – e l’essere diventato un Tourist con i British&Irish Lions è, da solo, una garanzia – come capo-allenatore doveva ancora dimostrare tutto il suo valore. La “scommessa” di Warriors e SRU ha pagato, ampiamente, perché al suo comando i Glaswegians hanno fatto sempre meglio, chiudendo la regular season al terzo posto alla sua prima stagione (2012/’13), al secondo posto nella seconda e al primo posto nel 2014/’15, un’annata che sarebbe entrata nella storia del rugby scozzese il 30 maggio 2015, quando Al Kellock e compagni si imposero su Munster nella finalissima del Kingspan Stadium di Belfast conquistando il Guinness Pro12, primo titolo “importante” per la Scozia dopo il 6 Nazioni del 1999.
Gregor Townsend comincerà l’ultima stagione come head coach dei Warriors, prima di passare alla guida della Nazionale Scozzese; lascerà i Glaswegians in ottime mani, quelle di Dave Rennie, allenatore che ha già dimostrato ai Chiefs di saper vincere – andrà visto, però, quanto impiegherà ad adattarsi alla nuova realtà – ma la stagione che inizierà, per i Warriors, sabato dallo Sportsground di Galway (dove, ironicamente, si era chiusa la scorsa, con la sconfitta in semifinale) presenta qualche difficoltà e, anche, qualche dubbio.
La partenza di Duncan Weir verso est e l’assenza di Finn Russell per i primi mesi della stagione – ma dopo il terribile incidente rimediato a Galway l’ottima notizia è che l’apertura della Scozia tornerà a giocare – lasciano un po’ scoperti i Glaswegians in mediana, dove molto probabilmente partirà titolare Peter Horne (ma anche Rory Clegg ha una chance), in coppia con Henry Pyrgos – che dividerà l’onore di capitano con Jonny Gray, una certezza in seconda linea dove i Warriors non potranno più contare sul figiano Leone Nakarawa, passato in estate al Racing 92 (uno degli avversari sulla strada dei Glaswegians verso la fase ad eliminazione diretta di Champions Cup, traguardo mai raggiunto). Grayson Hart, arrivato da Edinburgh l’anno scorso, avrà occasione di vestire la maglia numero 9 nel corso della stagione, molto probabilmente durante gli impegni della Nazionale che priveranno Townsend di molti titolari.
Nel pack, Simone Favaro si è garantito il posto in terza linea dopo una stagione chiusa con il premio come miglior giocatore della squadra – al debutto – e l’impatto di Leonardo Sarto all’ala, in meta all’esordio nel test dello Stoop contro gli Harlequins, fa davvero ben sperare (e partiranno entrambi titolari alla prima contro Connacht).
Stuart Hogg è decisamente la prima scelta come estremo – e bisognerà tener d’occhio la sua situazione contrattuale, con l’accordo in scadenza al termine della stagione e le sirene francesi ed inglesi prontissime a farsi sentire alla prima occasione – mentre all’ala, con Sarto, si può ancora contare sulla fisicità di Sean Lamont – che può giocare anche al centro – e alla velocità di Rory Hughes, oltre al nazionale Tommy Seymour, così come al centro ci sono ancora Alex Dunbar, Richie Vernon e Mark Bennett, oltre a Horne che può tornare a vestire la maglia numero 12 quando Russell sarà recuperato. L’addio di Naiyaravoro non lascia, nei trequarti, il vuoto creato dalla partenza di Nakarawa; nel pack è interessante vedere come il namibiano Uanivi si inserirà – sperando che l’eredità di Leone non pesi troppo – mentre Fusaro, Harley e Strauss sono ancora pronti a fare la propria parte.
La pre-season è stata incoraggiante, nonostante le due sconfitte patite contro Harlequins e Gloucester, perché la squadra ha mostrato buone cose sia in fase difensiva, sia soprattutto in fase offensiva, il fiore all’occhiello della filosofia di Townsend.
I Warriors giocheranno sul nuovo terreno sintetico dello Scotstoun Stadium solo due delle prime sei gare della nuova stagione. Dopo l’esordio allo Sportsground di Galway contro Connacht, campione in carica, ospiteranno Leinster; poi, doppia sfida in Galles – contro Cardiff Blues e NG Dragons – inframmezzata dalla gara casalinga contro Ulster. Ultimo match, prima della pausa per lasciare spazio alle coppe europee, al Lanfranchi di Parma contro le Zebre. Come detto, il rischio che l’annuncio dell’addio di Townsend crei qualche problema a livello mentale nel gruppo c’è, il pericolo di “gap year” va considerato e si dovrà stare il più possibile “injury-free” ma non ci sarà la Coppa del Mondo quest’anno a scombinare i piani dell’head coach – che, insieme alla doppia sconfitta patita contro Edinburgh Rugby negli InterCity derby validi per la 1872 Cup, ha contribuito in maniera decisiva al mancato raggiungimento della semifinale casalinga.
I Warriors hanno dimostrato, nelle ultime stagioni, di dare il meglio dall’inizio dell’anno nuovo, quando hanno saputo costruire le loro fortune su strisce di successi impressionanti che hanno garantito la post-season – sono l’unica squadra, da quando sono stati introdotti i playoffs, ad aver sempre partecipato. Le attese per il gruppo di Townsend, però, sono ormai alte e non chiudere ancora almeno tra le prime quattro sarebbe visto come un fallimento. La storia del Pro12 dice che nessuna squadra, finora, è riuscita ad andare in finale giocando la semifinale in trasferta, quindi per i Warriors – come i loro diretti avversari – l’obiettivo dev’essere non perdere punti importanti per strada, vincere più gare possibili in trasferta e curare i dettagli.
La stagione è lunga, come detto ci sono alcune incognite ma se la squadra saprà fare quadrato, i Glaswegians saranno ancora tra i favoriti per la vittoria finale.
di Matteo Mangiarotti
Appassionato di rugby, ne scrive da sette anni. Da tre cura il blog Alba Ovale, mentre da quattro vive ad Edimburgo.
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