Il presidente Forgione parla della futuribile opzione celtica: “Ma ci serve uno stadio”. E il Flaminio attende…
Le indiscrezioni in merito circolavano già da tempo, ma nessuno in casa Fiamme Oro si era mai esposto pubblicamente sull’argomento. Perlomeno fino ad ora. Se da un lato le ambizioni della società romana sono naturalmente rivolte all’Eccellenza e ad un obiettivo playoff alla portata, infatti, dall’altro la dirigenza capitolina punta ad un obiettivo ben preciso: l’ingresso nel Pro12, come terza franchigia o in sostituzione delle Zebre (la cui situazione economica è tristemente nota). E il presidente delle Fiamme, Armando Forgione, non si nasconde più dietro un dito, confessando all’edizione online de La Gazzetta dello Sport come per il progetto “c’è una cosa fondamentale che, in ogni caso, ci mancherebbe: lo stadio”. Parole che testimoniano come la ‘scalata celtica’ sia qualcosa di più di una semplice idea.
Lo stadio, in realtà, ci sarebbe ed è facilmente individuabile nel Flaminio, se non fosse – come racconta sempre la Rosea – «ridotto oggi a un rudere inutilizzato da oltre 4 anni». Una sua rinascita (e quindi un concreto passo in avanti per il progetto di Forgione) è legato alla candidatura di Roma ai Giochi Olimpici del 2024, con cui il CONI metterebbe a disposizione dell’impianto ben 45 milioni di euro trasformandolo in un «gioiello polifunzionale e in uno stadio da 20mila posti». A quel punto, per le Fiamme Oro le chance di rilevare Parma e le Zebre nel Pro12 non potrebbero che aumentare, considerando anche lo scarso legame creato dalla franchigia ducale sul territorio: “Non mi permetto di entrare in casa d’altri e parlare della situazione economica – dice Forgione – ma il fatto di non avere creato un legame con il territorio non mi sembra positivo”. Il numero uno della società romana mette in evidenza anche un possibile modello da seguire, fatto “di persone serie e competenti. Della potenzialità economica parliamo dopo, prima vengono organizzazione e management, altrimenti i soldi si buttano“. Un discorso che Forgione sottolinea a più riprese: “Servono persone – continua il presidente – che facciano un lavoro a tempo pieno, non a mezzo servizio, professionisti in ogni area dei club. Il ritorno economico non deve e non può essere la priorità se dietro non c’è una struttura consolidata. E quando si partì con la Celtic League e le due franchigie, non mi pare ci fossero queste premesse”.
Cari Lettori,
OnRugby, da oltre 10 anni, Vi offre gratuitamente un’informazione puntuale e quotidiana sul mondo della palla ovale. Il nostro lavoro ha un costo che viene ripagato dalla pubblicità, in particolare quella personalizzata.
Quando Vi viene proposta l’informativa sul rilascio di cookie o tecnologie simili, Vi chiediamo di sostenerci dando il Vostro consenso.