Il giorno in cui O’Driscoll portò l’Heineken Cup al Temple Street Children’s Hospital di Dublino, regalandoci una delle immagini più belle di sempre
“Dal Donegal alle isole Aran
e da Dublino fino al Connemara
dovunque tu stia viaggiando con zingari o re
il cielo d’Irlanda si muove con te
il cielo d’Irlanda è dentro di te“.
Re. Re lui lo è stato. Senza dubbio alcuno. Almeno per 15 anni. E il suo regno si estendevadal Donegal alle Isole Aran, da Dublino fino al Connemara. Dublino, già. Dublino è stata per altrettanti anni la Capitale della sua Monarchia. Nella provincia di Leinster ha portato 3 Champions Cup, 1 Challenge Cup, 4 vittorie del campionato di Pro 12. Al suo regno ha regalato 2 Sei Nazioni. Un bottino di tutto rispetto, ricchezze che già porterebbero ad annoverarlo tra i sovrani più amati della storia del suo antico paese. Ma il popolo ricorda i re buoni, magnanimi. Non i più ricchi. Brian O’Driscoll il cielo d’Irlanda l’ha mosso. L’ha malleato. L’ha lasciato ai suoi sudditi diverso da come lo ricordavano. Infinitamente più ricco di stelle.
È il 21 maggio del 2011. Il Leinster di BOD ha appena conquistato al Millennium Stadium la sua seconda Champions Cup (all’epoca Heineken Cup) battendo 33-22 il Northampton. Dublino è in festa. Nel giro di tre anni l’esercito guidato da generale O’Driscoll è salito per la seconda volta sul tetto dell’Europa ovale. Ma la gioia, si sa, è affare soggettivo. Lo sanno i giocatori del Leinster. Lo sa O’Driscoll. Lo sanno anche i bambini ricoverati al Temple Street Children’s Hospital di Dublino.
Dieci giorni dopo la vittoria in Champions Cup, Re Brian si reca all’ospedale pediatrico della Capitale irlandese. L’intento è quello di aiutare i bambini di Temple Street, provando a trasmettere loro la gioia che nei precedenti dieci giorni si è consumata tra pinte di Guinness e lacrime. Con se BOD porta il trofeo, così da poterlo mostrare a quei figli d’Irlanda, meno fortunati di altri. Il risultato è quello di consegnare al mondo una delle più belle e commoventi immagini della storia del rugby.
Lei è Michaela Morley e quel 31 maggio del 2011 aveva 5 anni.
A 5 anni un bambino non dovrebbe aver pensiero alcuno. Se non l’unica preoccupazione di passare da un gioco all’altro. Invece Michaela Morley è al Temple Street Children’s Hospital di Dublino. In attesa di un trapianto di rene.
Lo scatto di una macchina fotografica dura meno di un secondo. Poco più di un attimo. Ma alcune volte riesce a catturare emozioni e sensazioni che durano in eterno. La gioia sul volto di Michaela è forse il più bel trofeo che quel sovrano dal talento non quantificabile potesse regalare al suo popolo.
Il 19 maggio del 2012 Brian O’Driscoll porta nuovamente il Leinster sul tetto d’Europa. È la terza volta per lui. La terza volta anche per il suo club. Al Temple Street Children’s Hospital di Dublino ci sono altri bambini a cui portare gioia. Ma non c’è Michaela.
Si, perché nel dicembre del 2011 Michaela ha ricevuto il tanto atteso trapianto. Ha già recuperato al 100% tutta la linfa vitale di cui ha bisogno un essere umano della sua età.
Michaela è guarita. Ma il Re, comunque, non si è dimenticato di lei.
“Il cielo d’Irlanda ha i tuoi occhi se guardi lassù
ti annega di verde e ti copre di blu
ti copre di verde e ti annega di blu“.
Andrea Papale
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