La nuova rubrica firmata Delinquenti prestati al mondo della palla ovale analizza i 5 tipi di pilone che normalmente si possono trovare su un campo da rugby
Da oggi inizia una collaborazione con “Delinquenti prestati al mondo della palla ovale”, una delle pagine Facebook più seguite del nostro ambiente.
Con il loro stile divertente, anticonformista, irriverente, dissacratorio, I Delinquenti Ovali arrivano sulle pagine virtuali di OnRugby.it con una nuova rubrica a cui abbiamo dedicato un’area (che trovate sulla sidebar di destra) nella quale potrete leggere e vedere, o meglio rileggere e rivedere il rugby come mai avete fatto prima. Perché niente è quello che sembra, o forse sì. In ogni caso, sarà sempre un’intensa storia d’amore.
Loro si presentano così:
“Noi Delinquenti, promettiamo prospettive trasversali. Lo stesso gesto, visto e rivisto, diventerà nuovo: l’eleganza di un movimento sgraziato, l’emozione di un errore, la perfezione di un urlo, la staticità dinamica di un momento, la leggerezza di un placcaggio in ritardo, le ombre di un drop decisivo, la disperazione dietro una vittoria…
Vi faremo vedere il RUGBY come mai lo avete visto prima: mazzate alla cieca, sottomano impossibili, cambi di passo che ti fan venire male alle ginocchia solo a guardarli, frontini, ribaltini, tombate e atti fisici estremi; ma non solo… esploreremo il lato umano, parleremo di coraggio, sudore e sacrificio. Dove tutto sembra essere alla portata di tutti, noi vi parleremo di uomini grandi, o grandi uomini (per i più grandicelli, tipo i pennelli Cinghiale), che hanno fatto di una disciplina una regola per poi scegliere di infrangerla. Come hanno infranto limiti, pregiudizi e difese.
Perché Delinquente non è quello che pensate. Non è quello che immaginate: Delinquente è un attimo di genio, un istante di follia, una vita d’amore”.
I 5 tipi di pilone che puoi trovare su un campo da rugby
Aldilà della mitologia, della retorica, delle leggende, il pilone (sopratutto quello di serie C), appartiene a una razza a parte. A dirlo non siamo noi Delinquenti, ma questo attentissimo studio antropologico dell’emerito Dr. Delinquenzio (un luminare in questione):
#5 – Il pilone satellite:
Quello che lo vedi solo quando c’è da fare una mischia, che non placca nemmeno per sbaglio, che alza male in touche, che quando prende il pallone di solito lo perde ma che quando c’è da chiacchierare è il più forte di tutti.
#4 – Il “Arbitro, così ci facciamo male”:
“Arbitro così ci facciamo male” è in realtà una caratteristica comune a quasi tutti i piloni (tranne alle “vecchie glorie”, leggi dopo). Urlarlo fortissima dopo una mischia collassata di solito porta ad una punizione per la squadra che lo urla più forte. Noi ci riferiamo però nello specifico a quel personaggio che, avendo iniziato a giocare a rugby da grande, trovandosi in difficoltà nel “combattimento tradizionale” ha capito che la sua sopravvivenza in prima linea è dettata dalla quantità di sozzerie conosciute: dita negli occhi, affossamenti col braccio, indietreggiamento prima dell’introduzione, angoli storti. Si, è quello che dopo aver urlato più forte di voi “Arbitro, così ci facciamo male” vi guarda dritto negli occhi, perché sa che voi sapete, e ride.
#3 – La vecchia la gloria:
Il nemico naturale degli “Arbitro, così ci facciamo male”, pilone che arriva dall’alto livello e, per scelta, infortunio o fine carriera, sceglie di militare nel campetto dove ha cominciato, dove ha ritrovato amici o che semplicemente gli stava vicino casa. Lui è quello più forte di tutti, più tecnico di tutti che conosce più scorrettezze di tutti. Ma questo suo essere maschio alpha, coadiuvato da una forma che di solito non lo aiuta, lo porta spesso a peccare di Ubris, facendogli fare errori idioti che, di solito, portano ad un cartellino.
#2 – Il giovane atleta:
Capita sovente che dalle giovanili salga qualche ragazzo in gamba, con una buona posizione, una schiena forte, una buona forza nelle gambe e che pesi 90 kg scarsi. Ecco, quella che potrebbe essere una discriminante si trasforma in un fuoco interiore, alimentato a sopravvivenza, che lo rende iper efficace. Almeno fino all’ultima giornata, quando appende gli scarpini al chiodo all’età di 19 anni. Altrimenti rischia di non camminare mai più.
#1 – Il grassone:
Sebbene si possano fare moltissime distinzioni tra grassone e grassone, parliamo del ciccione inverecondo che si e no cammina, non si scalda con gli altri per non stancarsi e al 5’ inizia a chiedere all’arbitro quanto manca alla fine. C’è da dire che l’iperlordosi lo aiuta molto in mischia chiusa, dove spinge per le prime 5 o 6 mischie ottenendo risultati devastanti. Poi si stanca, puntella e continua con l’inerzia dei suoi 457862 kg
Giulio Giuseppe Giorno
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