Una due giorni di incontri a New York, un comunicato della federazione USA. Quale sarà la posizione dell’Italia?
America First, ma pure il Pro12… In pieno clima elettorale per le presidenziali di inizio novembre dagli Stati Uniti è arrivato un comunicato che fa capire dove il rugby a stelle e strisce vuole andare a parare. A pubblicarlo è il sito ufficiale della federazione nordamericana (leggetelo qui nella sua interezza) e il virgolettato è di Dan Payne, CEO di USA Rugby. E cosa dice? Che c’è molto interesse verso l’America da aperte di altre realtà ovali, che non lascerà nulla di intentato e che non chiuderà nessuna porta ma al contempo “è importante che ribadiamo il sostegno che abbiamo verso il nostro PRO Rugby Nord America che ha appena completato con successo la sua prima stagione. Qualsiasi competizione esterna dovrà allinearsi alla strategia e al piano che stiamo sviluppando per la crescita del gioco all’interno dei nostri confini”.
Nel comunicato non si fa mai cenno al Pro12, che come abbiamo raccontato a fine luglio, sta guardando con crescente interesse a un allargamento al di là dell’Oceano Atlantico ma il torneo celtico è un po’ il convitato di pietra di quella nota. Non è nemmeno un caso che il comunicato di cui parliamo qui arriva a poche ore dalla conclusione di una due giorni di incontri che si è tenuta a New York e che – come racconta il Guardian – ha visto la partecipazione del proprietario del PRO Rugby Doug Schinger, dello stesso Payne nonché di Martin Anayi, ovvero del managing director della Guinness Pro12. Una concatenazione di eventi che non ha nulla di casuale e che arriva anche dopo il via di Brett Gosper, CEO di World Rugby.
Insomma, un nuovo passo di avvicinamento importante è stato fatto, questo non significa che il matrimonio tra torneo celtico e rugby nordamericano verrà sicuramente concluso, problemi economico/logistici certo non mancano, però l’impressione è che ai piani alti l’intenzione sia quella di imboccare quel sentiero, che il modo di trovare il giusto mix per combinare la crescita del rugby a stelle e strisce (come rimarca Payne nel suo comunicato) e lo sbarco del Pro12 si possa trovare. La BBC lo scorso agosto ha fatto i nomi di Houston e Vancouver come potenziali città coinvolte nel progetto,entrambe molto distanti da quella east coast che sembrava essere il naturale approdo per la competizione che oggi vede protagoniste anche Zebre e Benetton. Già, le squadre italiane: cosa farà la FIR in caso di allargamento verso gli Stati Uniti?
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