Il Presidente Gavazzi si difende: nessun conto “truccato”. E spiega il rosso da due milioni
Nei giorno scorsi è stata diffusa la notizia dell’avviso di fine indagini preliminari nei confronti del Presidente della FIR Alfredo Gavazzi e di altre dieci persone circa le presunte irregolarità nella gestione a bilancio del Fondo di Solidarietà, istituito nel 2000 per il sostegno economico a favore degli atleti tesserati vittime di gravi infortuni di gioco. Ora, dopo la risposta della Federazione che ha parlato di “insussistenza” e “assoluta infondatezza”, arrivano le parole del numero uno Alfredo Gavazzi, da poco riconfermato alla guida della movimento ovale italiano per il prossimo quadriennio. “Nessun conto ‘truccato’ con i versamenti del Fondo di solidarietà”, ha dichiarato alle pagine digitali di Repubblica il Presidente federale, che difende il proprio operato ricordando di aver “messo ordine ad una situazione ereditata dalla precedente gestione”, precedente gestione che, già in passato, aveva ricevuto l’ok da parte di revisori dei conti e CONI.
Il Fondo di Solidarietà, lo ricordiamo, non deve essere gestito alla stregua di ricavi e costi tipici della gestione federale né, tanto meno, devono essere considerate voci positive di reddito i versamenti delle società che alimentano il Fondo. Indicazioni che a quanto pare non sarebbero state rispettate per quanto riguarda “i bilanci federali annuali per gli anni dal 2007 al 2014” (per questo Gavazzi, la cui prima elezione data settembre 2012, parla di “situazione ereditata”). Nonostante l’arco di tempo di sette anni, assieme all’attuale Presidente risultano coinvolti solamente coloro che sedevano in Consiglio Federale lo scorso anno, in quanto per questi casi nel Regolamento di Giustizia FIR il termine di prescrizione è di norma fissato in due anni (tre anni per l’illecito sportivo o di violazione delle norme statutarie, otto in materia di antidoping). La Procura Nazionale dello Sport, una volta condotte le proprie indagini dopo l’esposto di Gianni Amore, ha rilevato violazioni per quanto riguarda la contabilizzazione del Fondo di Solidarietà fino al 2014, scelto di non archiviare e notificato la decisione alle persone coinvolte. Fino al 2014, dicevamo, perché nella Relazione del Collegio dei Revisori dei Conti che accompagna il Bilancio Consuntivo 2015 si legge infatti che “il Consiglio Federale nel bilancio consuntivo 2015 ha provveduto a recepire le indicazioni fornite dal Collegio in merito alle modalità di contabilizzazione“, e questo dopo che “il Collegio, in accordo anche con la Deloitte, ha ritenuto di richiedere alla Federazione di riconsiderare il trattamento contabile delle somme incassate e delle erogazioni effettuate” circa il Fondo di Solidarietà. In sostanza la questione concerne la modalità attraverso la quale questi fondi sono stati contabilizzati, non la loro gestione.
La seconda tematica ad aver tenuto banco nel post elezioni è quella del bilancio consuntivo 2015. Il comunicato uscito dalla riunione di approvazione del 15 settembre scriveva che la “perdita di gestione dell’esercizio 2015 è pari a 1.128.202,09€” e specificava come una parte consistente della cifra dipendesse “Da una tranche del contributo concordato alla Società Zebre Rugby, relativo all’accordo di partecipazione al PRO12, pari a 1.000.000,00€, che il Consiglio Federale aveva inserito nel bilancio preventivo 2016 e quindi ritenuto di competenza dello stesso anno fiscale. Conseguentemente, l’imputazione di tale costo nel Bilancio 2015, avvenuto per una diversa valutazione della competenza, sgraverà dello stesso importo i costi del 2016, recuperando così la perdita”. Conferma Gavazzi a Repubblica: “All’ultimo abbiamo messo un milione sul bilancio 2015 delle Zebre, togliendolo ai 4 stanziati per il 2016“. A questo milione di Euro “pro Zebre” (virgolettato nostro) si deve aggiungere anche la cifra di 1.062.715,69 Euro relativo al Fondo di Solidarietà correttamente contabilizzato a partire dal bilancio 2015.
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