La Champions Cup: un affare per rose internazionali?

Il tecnico di Montpellier White paragona il livello a quello dei Test Match. E per vincere, in effetti…

tolone champions cup giteau habana halfpenny

ph. Andrew Couldridge/Action Images

Il livello di gioco del rugby moderno continua a salire, tanto a livello internazionale che di club. E con il sempre più frequente movimento di giocatori overseas che porta molti internazionali dell’Emisfero Sud ad indossare la maglia dei ricchi club europei, è inevitabile che l’asticella continui ad alzarsi. Nel weekend inizia la Champions Cup, massima competizione europea per club che mette di fronte le venti migliori squadre dell’Emisfero Nord (o meglio, le venti migliori secondo gli attuali criteri di qualificazione). A parlare del torneo, delle sue esigenze e delle sue difficoltà, è stato il coach di Montpellier Jack White. Il tecnico sudafricano, che conosce bene sia la palla ovale di club (Brumbies, Sharks e ora la squadra francese) che internazionale (campione del mondo nel 2007 con gli Springboks), non usa mezze parole a proposito della Champions Cup: “Questo torneo è tale e quale al Test rugby – ha dichiarato alla BBC – Anche per noi allenatori è un gran banco di prova. Basta guardare le rose delle squadre in campo”.

 

Avere un alto livello di competitività, tale da rivaleggiare per la conquista del trofeo per club più ambito, ha però un contraltare. E lo sa bene White, che ha conquistato la Challenge Cup 2015/16 con una rosa poco francese e molte internazionale (sudafricana, nello specifico) attirandosi in patria diverse critiche. “Ma è una questione sollevata dai media – si difende il tecnico – Tutti noi vorremmo avere più giocatori francesi, ma non è un problema di cambiare la cultura di un club: è un problema di stile di gioco, di concretezza, di vittoria e di sfruttare le proprie potenzialità“. Insomma, vincere è un onore ma ha i suoi oneri.

Una cosa è certa: guardando alle formazioni (15 titolari e 8 riserve) delle due squadre finaliste delle ultime 11 finali tra Champions ed Heineken Cup, il numero di giocatori nazionali in campo è sensibilmente diminuito/crollato, passando da una media di 32./46 prima del 2012 ai 22.7/46 delle ultime quattro edizioni (in grassetto la vincitrice). Altra considerazione: i club inglesi e irlandesi hanno mantenuto il tasso ben più alto rispetto a quelli francesi. Che trionfano sì con Tolone e Montpellier, ma con la Nazionale Bleus…

 

Finale 2015/16: Saracens (15 inglesi su 23) v Racing92 (10 francesi su 23)
Finale 2014/15: Clermont (14 francesi su 23) v Tolone (9 francesi su 23)
Finale 2013/14: Tolone (8 francesi su 23) v Saracens (15 inglesi su 23)
Finale 2012/13: Clermont (12 francesi su 23) v Tolone (8 francesi su 23)
Finale 2011/12: Leinster (18 irlandesi su 23) v Ulster (17 irlandesi su 23)
Finale 2010/11: Northampton (16 inglesi su 23) v Leinster (18 irlandesi su 23)
Finale 2009/10: Biarritz (14 francesi su 23) v Tolosa (17 francesi su 23)
Finale 2008/09: Leicester (13 inglesi su 23) v Leinster (18 irlandesi su 23)
Finale 2007/08: Munster (18 irlandesi su 23) v Tolosa (14 francesi su 23)
Finale 2006/07: Leicester (12 inglesi su 23) v London Wasps (17 inglesi su 23)
Finale 2005/06: Biarritz (17 francesi su 23) v Munster (19 irlandesi su 23)

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