La Cittadella di Parma e la felice convivenza tra Accademia e Zebre

I giovani federali guidano il difficile Girone 1 della Serie A. Tra allenamenti congiunti, esordi celtici e prospettive…

pro recco accademia nazionale

ph. Osvaldo Ciotti

L’unica squadra di Serie A a bottino pieno (tre vittorie con bonus in altrettante giornate) è l’Accademia Nazionale. La squadra di coach Fabio Roselli guida il difficile Girone 1 con 15 punti, frutto dei successi contro Cavalieri Prato, Noceto e soprattutto Pro Recco, prima squadra in quattro anni a riuscire ad espugnare il Carlo Androne casa degli Squali. E domenica i giovani federali, secondo miglior attacco del torneo e unica squadra assieme a L’Aquila ad aver superato quota 100 punti fin qui marcati, sono impegnati sul campo dei Medicei ancora imbattuti, in una sfida di assoluto valore che dirà molto sulle ambizioni della squadra anche in prospettiva seconda parte di campionato (l’eventuale promozione sarebbe però bloccata da regolamento e non potrebbe essere diversamente trattandosi di una squadra la cui rosa cambia molto di stagione in stagione e il cui reale obiettivo è la crescita individuale e collettiva nel corso dell’anno sportivo). Quella iniziata da poche settimane è la quarta stagione con sede alla Cittadella di Rugby di Parma dopo il trasloco da Tirrenia. Una struttura, quella ducale, di primissimo livello e soprattutto con un enorme vantaggio: è la stessa utilizzata dalle Zebre.

 

La convivenza parmense ha molteplici vantaggi. Il primo e più evidente è quello tecnico, aspetto questo a cui coach Guidi ed entrambi gli staff tecnici tengono molto (e facilitato dal fatto che Roselli è anche allenatore dei trequarti della franchigia). Con cadenza quasi settimanale i ragazzi dell’Accademia fanno da partner per l’allenamento di rifinitura alla vigilia del match: si provano movimenti di gioco (e quindi organizzazione difensiva per chi non attacca) ma anche touche e mischie ordinate. I ragazzi dell’Accademia si ritrovano fianco a fianco in campo con giocatori professionisti di spessore internazionale (incentivo non da poco per chi, nella vita, aspira a diventarlo) e contemporaneamente lo staff tecnico dei ducali li tiene sotto osservazione. Utilizzandoli all’occorrenza come permit player e, nel caso, permettendo loro di esordire con la maglia delle Zebre come accaduto la scorsa stagione a Panunzi e quest’anno a Pettinelli. Esordio a cui è andato vicino anche l’ala Giovanni D’Onofrio, ventiquattresimo giocatore in Wasps-Zebre di Champions Cup.

 

Un secondo vantaggio, non sportivo ma altrettanto importante, riguarda invece la situazione delle Zebre, franchigia senza proprie giovanili e il cui legame con il territorio è stato da sempre una spina nel fianco. Affermare che l’Accademia sia una sorta di giovanile della franchigia è esagerato (e sbagliato), ma soprattutto dal punto di vista dei ragazzi l’idea di avere come proprio riferimento Seniores le Zebre va nella giusta direzione, così come lo è in generale il coinvolgimento dell’Accademia con la realtà celtica.

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