Le convocazioni, la valorizzazione del campionato e la differenza con l’Italia A spiegati da coach Orlandi
Inizierà domenica 23 ottobre con il raduno di Montichiari in provincia di Brescia la stagione della Nazionale Emergenti. La squadra si ritroverà agli ordini del Responsabile Tecnico Carlo Orlandi per preparare la doppia sfida contro una selezione scozzese in calendario l’11 e il 19 novembre. Una novità importante rispetto alle scorse stagioni, quando la Emergenti è scesa in campo solamente nella Nations Cup (2016) e alla Tbilisi Cup (2015 e 2014). “Prima di quest’anno il progetto guardava soprattutto a fine stagione, quindi a giugno, e ci vedeva coinvolti solamente in una specifica competizione – conferma coach Orlandi – Ora riprendiamo come si faceva qualche anno fa con incontri con altre selezioni durante l’anno e che rappresentano ulteriori momenti di crescita”. I due match di novembre vedranno gli Azzurri affrontare una selezione con giocatori in orbita nazionale scozzese e altri provenienti dalla squadra vincitrice della Premiership domestica, l’Heriot’s.
Tutti i convocati ad eccezione di Luca Sperandio militano in Eccellenza: ci sono gli ex Benetton Ragusi e Bacchin, le aperture delle Fiamme Oro Azzolini e Buscema e giovani come Simone Rossi che bene stanno facendo al proprio club. “L’obiettivo della squadra è proprio quello di vedere i giocatori selezionati dall’Eccellenza ad un livello di competizione più alto come la Nations Cup o come saranno questi due prossimi incontri, in cui affronteremo avversari ben amalgamati: organizzare questi momenti permette di accrescere l’esperienza dei giocatori e dà la possibilità ai tecnici di vederli all’opera in contesti diversi. L’Eccellenza è il normale serbatoio delle franchigie e la selezione Emergenti serve ai club a sviluppare i propri giocatori e a quest’ultimi a testarsi, per dare più opportunità e continuità in partite di più alto livello. Senza perdere di vista l’obiettivo ultimo, che è quello di ampliare il bacino di giocatori per la Nazionale Maggiore”.
Una differenza di fondo rispetto alla precedente Nazionale A, che si configurava maggiormente come una seconda squadra della Nazionale, come per esempio sono oggi i Saxons inglesi. “Senza il Pro12 aveva senso una selezione strutturata come era la Nazionale A: adesso molti dei ragazzi che possiamo definire migliori secondi già militano nelle franchigie che offrono sia in campionato che in coppa un contesto di alto livello e che già forniscono gli strumenti per far crescere i giocatori e per valutarli”. E’ per questo che è soprattutto all’Eccellenza che guarda l’Emergenti: “Prima era diverso, ora può essere più utile al massimo campionato nazionale. E’ giusto per i ragazzi ma di riflesso anche nei confronti di chi in momenti difficili investe tempo ed energie nell’Eccellenza: vogliamo valorizzare i sacrifici di chi fa tutto il possibile per le squadre del massimo campionato, persone nei confronti delle quali bisogna avere tanto rispetto. Poi certo, non è detto che non si convochino anche atleti dalle due franchigie”.
Una parola infine sul confronto con tutti gli staff tecnici coinvolti con la selezione dei giocatori della Emergenti: “C’è una grossa comunicazione e scambio di impressioni. Tutto viene e verrà condiviso con gli staff delle franchigie e della Nazionale Maggiore. Anche per quanto riguarda la selezione partiamo da che tipo di giocatore vuole Conor O’Shea per i prossimi anni: identifichiamo quelli più vicini a quel livello e che possono avere un ulteriore sviluppo”.
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