Il patron spiega la decisione di affidare la squadra a Ford. E su Dominguez (che forse resta da DoR): diventerà un grande tecnico
Nella mattinata di lunedì è arrivata la notizia che Mike Ford aveva sostituito Diego Dominguez sulla panchina del Tolone, in serata invece il patron dell’RCT Mourad Boudjellal è intervenuto in studio a Canal + Sport e ha spiegato il perché della sua decisione.
“Non posso dire che i risultati fin qui raggiunti non corrispondano alle mie aspettative, siamo comunque quarti in Top14 e in corsa in Champions Cup – ha dichiarato – Ma non sono soddisfatto del gioco prodotto e che, questo sì, non corrisponde a quanto mi aspetto di vedere. Ho parlato con Diego e ho fatto presente tutto ciò”. Un’avventura, quella di Dominguez, iniziata dopo gli anni trionfali di Laporte: “Soffriva il confronto con il suo predecessore, ma Diego ha scelto di mettersi in gioco per diventare lui stesso un grande allenatore. E tutto ciò non era certo a suo vantaggio. Comunque, è un ragazzo con grandi qualità e può ottenere cose sorprendenti dai suoi giocatori […] E’ una persona per la quale ho molto rispetto e pensavo che diventare capoallenatore della nostra squadra gli avrebbe fatto trovare ulteriore esperienza per diventare un grande tecnico; cosa di cui peraltro resto convinto per il suo futuro. E’ in grado di guardare al futuro dei giocatori e trovare il meglio da ognuno di essi”. Il Presidente del club ha invece fatto sapere a RMC Radio di aver proposto a Dominguez di rimanere assumendo l’incarico di Director of Rugby e una risposta da parte dell’ex apertura azzurra è attesa in settimana.
Di “fallimento personale” ha poi parlato Boudjellal: “Con l’arrivo di Mike Ford nello staff volevo aggiungere esperienza, ma non sono riuscito a far funzionare un matrimonio tra tutti. E questo è il mio fallimento come Presidente […] Quando ho scelto di cambiare guida dei tre quarti sostituendo Steve Meehan, Diego non era d’accordo ma oggi io sono il capo e cerco di far andare le cose come vorrei andassero”. Infine, Boudjellal spende una parola sulla deriva che il Top14 sta assumendo: “La gente è stufa di vincere tre rolling maul a due. Dobbiamo pensare alla qualità del gioco e a non far annoiare la gente. Meglio vincere o perdere cinque mete a quattro: dobbiamo ripensare ciò che offriamo agli spettatori, o moriremo tutti…”.
Parlare di deriva può essere giusto, così come ogni Presidente decide in piena legittimità a chi affidare la propria squadra: certo è che i successi di Tolone tra il 2012 e il 2015 sono stati costruiti anche (se non soprattutto) sul piede di Wilkinson e su un pack di mischia in cui a farla da padrone nel gioco (e nella tipologia di gioco) erano i vari Botha, Smith, Rossouw, Williams.
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