In campo a Chicago alle 21 italiane (diretta Sky). Malumori fra i verdi per l’esclusione di Peter O’Mahony e Sean O’Brien
DUBLINO – La storia dello sport si è appena fermata a Chicago, consegnando ai Cubs le World Series di Baseball dopo 108 anni. Chissà che non voglia fermarsi ancora qualche giorno in città per scrivere un altro capitolo di storia. Certo, l’immagine è suggestiva, ma guardando realisticamente alla partita che si gioca alle 21 ora italiana in un Soldier Field esaurito da mesi (diretta Sky Sport 2), le possibilità del quindici di Schmidt di scrivere questo capitolo di storia sembrano scarse. Innanzitutto gli All Blacks sono in uno straordinario momento di forma, e la storia l’hanno appena scritta anche loro, con la più lunga striscia di vittorie consecutive che per il momento è a quota 18 ma che aspetta solo di essere allungata. Quella che Steve Hansen manderà in campo sarà uno dei 15 All Blacks più forti di sempre. Un numero fra mille per spiegare la forza di questa squadra: quando gli All Blacks recentemente sono andati a massacrare 57-15 gli Springboks a domicilio nel quattro nazioni, hanno sbagliato tre placcaggi in tutta la partita (TRE!). Ecco la montagna che gli irlandesi hanno davanti.
Dall’altra parte c’è una squadra in un ottimo momento di forma, questo va detto. Anche i Verdi dell’isola di Smeraldo hanno appena scritto se non capitolo almeno una pagina di storia, vincendo per la prima volta un Test Match in Sudafrica lo scorso giugno. Certo, battere gli All Blacks è tutt’altra faccenda. L’Irlanda ha solo due assenze importanti, ma bastano per ridurre di molto le possibilità di vittoria contro una squadra che non presenta quasi differenze di qualità fra titolari e riserve. Sono infatti rimasti in Irlanda Peter O’Mahony e Sean O’Brien, due dei protagonisti del mezzo miracolo del novembre 2013, quando l’Irlanda costruì in meno di un tempo un vantaggio di 19 punti, poi dissoltosi in un memorabile finale. Il lavoro delle due terze linee nei punti di incontro fu incredibile. Sean O’Brien fu eletto migliore in campo, cosa non frequente quando si perde. Sabato al posto suo e di O’Mahony ci saranno CJ Stander e Jordi Murphy. Moltissimi commentatori hanno già bollato come grave errore l’aver lasciato a casa i due titolari di tre anni fa.
L’altro assente è Paddy Jackson, in campo nel vittorioso test in Sud Africa di giugno ma alle prese con guai legali. Il mediano di apertura di riserva sarà il giovanissimo Joey Carbery, alla prima stagione da professionista (ha ancora il contratto dell’accademia di Leinster) e a poco più di un mese dalla prima convocazione per un camp della nazionale. In panchina insieme a lui l’altra stella nascente del rugby irlandese, Garry Ringrose. Viste le consuetudini di Schmidt, il centro è probabile che entri, mentre l’apertura lo farà solo in caso di necessità.
Sui giornali da settimane non si parla d’altro. Ieri è stato il turno di Dan Carter, il quale indica senza paura la tattica che gli irlandesi si troveranno di fronte. “Se Sexton viene annullato, l’Irlanda smette di funzionare. Se l’Irlanda vuole avere delle possibilità, lui deve fare una delle migliori partite della carriera. È capacissimo di farlo, è un giocatore di livello mondiale”. Infine aggiunge con un sorriso: “Perdere dall’Irlanda? Io non avrei mai voluto essere parte della prima squadra che lo ha fatto”. Alla luce di questa frase, le parole di ieri del coach Steve Hansen (“Nel 2013 l’Irlanda avrebbe dovuto vincere e da allora sono migliorati”) suonano francamente come una presa per i fondelli.
Fra i moltissimi consigli dati alla nazionale in vista della partita di sabato, fa sorridere quello dell’ex nazionale Neil Francis, oggi editorialista per l’Irish Independent: “Per battere la Nuova Zelanda? Portatori di palla in gran giornata, almeno tre mete (gli AB ne hanno concesse cinque in tutte le sei partite del Rugby Championship, ndr) e… sperare per il meglio“.
Irlanda: 15 Rob Kearney, 14 Andrew Trimble, 13 Jared Payne, 12 Robbie Henshaw, 11 Simon Zebo, 10 Johnny Sexton, 9 Conor Murray, 8 Jamie Heaslip, 7 Jordi Murphy, 6 CJ Stander, 5 Devin Toner, 4 Donnacha Ryan, 3 Tadhg Furlong, 2 Rory Best (c), 1 Jack McGrath
A disposizione: 16 Sean Cronin, 17 Cian Healy, 18 Finlay Bealham, 19 Ultan Dillane, 20 Josh van der Flier, 21 Kieran Marmion, 22 Joey Carbery, 23 Garry Ringrose
Nuova Zelanda: 15 Ben Smith, 14 Waisake Naholo, 13 George Moala, 12 Ryan Crotty, 11 Julian Savea, 10 Beauden Barrett, 9 Aaron Smith, 8 Kieran Read (c), 7 Sam Cane, 6 Liam Squire, 5 Jerome Kaino, 4 Patrick Tuipulotu, 3 Owen Franks, 2 Dane Coles, 1 Joe Moody
A disposizione: 16 Codie Taylor, 17 Ofa Tu’ungafasi, 18 Charlie Faumuina, 19 Scott Barrett, 20 Ardie Savea, 21 TJ Perenara, 22 Aaron Cruden, 23 Malakai Fekitoa
di Damiano Vezzosi
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