Il terza linea (escluso dai Test Match) ha parlato della difficile situazione del rugby Springboks. In campo e fuori
Nonostante i tentativi di Allister Coetzee di allentare la pressione intorno ad una nazionale che non sta certo viaggiando a vele spiegate, il clima intorno al Sudafrica non accenna a rasserenarsi. Dopo le pesanti dichiarazioni di qualche settimana fa da parte di Joel Stransky, leggendario mediano d’apertura della RWC 1995, ci ha pensato Duane Vermeulen a rincarare la dose e a puntare il dito contro l’intero sistema rugbistico del proprio Paese, definito dal terza linea un vero e proprio caos.
Il 30enne in forza al Tolone, escluso dal ct per i Test Match, ha espresso con forza il suo disappunto riguardo alla gestione del rugby in Sudafrica, prendendo le difese dei suoi colleghi e ritornando anche sulle polemiche innescate dalla sua mancata convocazione: “Voglio difendere i giocatori. Altra gente ritiene di non poter dire nulla. Se questo ostacola la mia possibilità di essere selezionato, così sia. Credo in quello che dico, è solo quello che sta succedendo – ha dichiarato al Telegraph alla vigilia dell’incontro poi pareggiato contro i Barbarians- Le persone dovrebbero remare nella stessa direzione, è la cosa più importante. Ma quello che vedo ora è solo confusione. Ciascuno ha i propri obiettivi, questa è la mia opinione”. Una situazione, secondo Vermeulen, ben raffigurata dall’umiliante sconfitta subita dagli Springboks in casa contro gli All Blacks per 15-17: “È stata difficile da guardare. Un anno fa abbiamo perso da loro per due punti nella semifinale dei Mondiali, un anno dopo perdere di 42 dimostra che c’è qualcosa che non va”. E la chiusura è di quelle amare: “Non si cambierà direzione velocemente”.
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