In conferenza stampa il tecnico degli Azzurri ha toccato diversi temi
Nella conferenza stampa di annuncio della formazione dell’Italia che affronterà gli All Blacks sabato a Roma, il Commissario Tecnico degli Azzurri O’Shea ha toccato diversi argomenti, dalle scelte alla vittoria dell’Irlanda contro la Nuova Zelanda di Chicago.
Nessun esperimento: non è una formazione sperimentale, questi che vanno in campo sono i ragazzi migliori. Alcuni hanno poca esperienza internazionale ma l’unico modo per fare esperienza è giocare. Voglio vedere Bisegni all’ala e van Schalkwyk in seconda linea, ruolo in cui ha giocato per i Bulls in Sudafrica. Bronzini sta giocando bene a Treviso ed è una grande opportunità che meritava: assieme a Violi e Gori sono tre ottime opzioni. McLean conosce il gioco e ha un ruolo specifico nella nostra squadra che è aiutare Canna nella posizione e comunicare molto con i compagni. Tommaso Boni è un giocatore diverso, ma per me esperienza e comunicazione di McLean sono importanti e in più dà un’alternativa al piede.
Obiettivi: le fasi statiche sono cruciali, ma lo sono pure mobilità e atletismo per coprire il campo. Voglio una squadra che giochi per 80 minuti perché abbiamo un piano di gioco per 80 minuti e che punta sui nostri punti di forza. Non affronteremo la sfida come lo farebbero altre squadre, ma nel nostro modo. Non voglio vedere solo passione, voglio una prova matura anche mentalmente. Lunedì vedremo il work rate dei giocatori, ma soprattutto non voglio un linguaggio del corpo da sconfitti: quello che succede succede, ma voglio che i giocatori facciano del loro meglio e migliorino. Tutti hanno un preciso lavoro sul campo: in questo momento non ci importa la vittoria ma la performance.
Confidenza: certo che sarebbe bello avere due opzioni di top player per ogni ruolo, ma abbiamo giocatori con molto potenziale. Penso che 18/20 giocatori di questo raduno andranno ai prossimi Mondiali: c’è molto potenziale, ma il problema è la mancanza di confidenza. Abbiamo anche importanti giocatori in Under20: Krumov, Riccioni, Rimpelli, Pettinelli, Venditti… Dobbiamo anche capire chi può giocare ad alto livello e chi no.
La vittoria di Chicago dell’Irlanda: è l’ultima tappa di un cammino lungo sette anni. Il loro piano di gioco arriva da quanto lasciato da giocatori come O’Gara, O’Driscoll e O’Connell e così i nostri senatori devono lasciare qualcosa: noi giochiamo per cambiare il rugby italiano e c’è molto da fare. La vittoria dell’Irlanda non arriva dal nulla ma da lontano e in cui grandi giocatori hanno avuto un ruolo importante. Possiamo seguire la loro strada? Per cambiare le cose in campo, dobbiamo cambiarle anche fuori.
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