Qui All Blacks: una sconfitta da metabolizzare (per fortuna lontano da casa)

I tutti neri sono arrivati a Roma. Le prime parole sono di Crocket e Faumuina

all blacks

ph. Sebastiano Pessina

ROMA – Dopo una settimana a Chicago costellata da ritardi sulla logistica giornaliera fino alla sconfitta contro l’Irlanda, i Campioni del Mondo sono finalmente arrivati a Roma in tre gruppi, con il cuore della squadra che, ingolfato nel traffico della capitale, ha fatto il suo arrivo nell’hotel di Villa Borgherse poco prima delle otto di sera. Si vedeva che i giocatori erano stanchi e provati dal lungo viaggio oltreoceano e ora li aspetta una settimana un po’ strana, corta per gli standard kiwi, che inizia oggi, martedì, con la dissezione della quarta sconfitta in 5 anni di gestione Hansen.

 

Per la prima conferenza stampa romana, il media manager Joe Locke ha scelto le parole e l’esperienza dei piloni Waytt Crocket e Charlie Faumuina, che più di una volta hanno sottolineato come ora il focus della squadra sia quello di preparare la partita contro gli Azzurri allo Stadio Olimpico. Crockett, non selezionato tra i 23 lo scorso sabato ma che quasi sicuramente sarà in campo il 12 novembre all’Olimpico, parla di una squadra che ha sentito il dolore della sconfitta, nonostante l’umiltà con cui è stata riconosciuta la superiorità degli avversari europei congratulandosi per la prima vittoria in 29 incontri: “E’ abbastanza duro affrontare i sentimenti della sconfitta. Fa male. Ma alla fine devi lasciarlo alle spalle e spostarti sulla partita che sta per arrivare e quindi adesso siamo concentrati sull’Italia. Cercheremo di allenarci bene questa settimana per offrire una buona prestazione in campo”. “I ragazzi negli spogliatoi erano provati per la sconfitta e ad essere onesti, se non lo fossero stati, si potrebbe dire che qualcosa che non va nel rugby in Nuova Zelanda. Quando sei un All Blacks non puoi e non vuoi essere indifferente ad una sconfitta, quindi l’umore negli spogliatoi rifletteva il dolore che i ragazzi hanno provato a Chicago. C’era molto silenzio. Ma allo stesso tempo non puoi fermarti a pensarci troppo, quindi devi subito concentrarti sulla prossima partita. Non puoi permetterti di essere triste per una sconfitta per troppo tempo”.

“Di solito dopo una sconfitta, cerchi di capire di imparare cosa è andato storto, dove sono state le mancanze nella prestazione, lavori durante la settimana per aggiustare gli errori sperando che poi i risultati si vedano in campo. L’unica nota positiva è che la sconfitta è arrivata all’inizio del tour quindi abbiamo ora l’oppurtinutà di migliorare ciò che è andato storto nella partita successiva”.

 

Come a Chicago, il rugby in Italia non è lo sport di prima scelta e ciò consente agli All Blacks di mantenere un profilo basso, di concentrarsi su se stessi senza l’assillo del pubblico e dei media kiwi che sono in numero bassissimo per un End of Year Tour. Gli All Blacks che si fanno forti di una mischia ben organizzata, hanno sicuramente sofferto quella irlandese e Crocket ricorda le partite contro l’Italia nel 2009 sia a Chirstchurch che Milano dove la mischia azzurra si impose su quella dei tutti neri: “Duro giorno di lavoro sia a Christchurch che a Milano contro gli Azzurri, la mischia non girava. Speriamo di aver migliorato da allora“.

Per quanto riguarda essere a Roma, Charlie dice che è la prima volta per alcuni dei giocatori: “Potranno finalmente visitare alcuni dei luoghi che magari vedi solo nei film o documentari. Ma non ci si può dimenticare che alla fine siamo qui per prepararci ad una partita importante”.

 

di Melita Martorana

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