Così il capitano azzurro in conferenza stampa. E quel caffè con O’Shea a Parigi…
Queste le dichiarazioni rilasciate da Conor O’Shea, Sergio Parisse e Edoardo Padovani (il Man of the Match) su DMAX dopo l’impresa sul Sudafrica
Conor O’Shea: fiero della mia squadra, hanno meritato la vittoria. E’ un gruppo incredibile, tutti dicono che il rugby in Italia non rende e che non abbiamo fiducia. Sono contento per squadra e tifosi, ma è solo l’inizio per noi. Abbiamo fatto molto e molto abbiamo da fare. Se mi rendo conto di quello che abbiamo fatto? No, ripeto, è solo l’inizio per noi. E’ incredibile.
Sergio Parisse: lo sentivamo all’interno della squadra che fosse la strada giusta, anche dopo gli All Blacks. Poi quando si vince si ha più credibilità. Oggi momento storico, ce lo godremo. Ce lo meritiamo, ma è solo un punto di partenza, spero che questa squadra si dimostri in futuro capace di confermarsi e di essere performanti in ogni partita. Sì ci credevo tantissimo, ma non basta un singolo che ci creda. A fine primo tempo c’è stata una sensazione di tranquillità, sapevamo di averli messi in difficoltà e sotto pressione. Siamo stati bravi, abbiamo pensato minuto dopo minuto senza pensare al risultato alla fine. Dobbiamo essere fieri e orgogliosi, ringrazio il pubblico, l’Artemio Franchi fa parte della storia. E l’inizio di una nuova Italia, c’è tanta sincerità e voglia di lavorare. Dove può portarci questa vittoria? Non lo so, piedi per terra e testa alla partita contro Tonga di Padova.
Queste invece le dichiarazioni rilasciate in conferenza stampa, che si è aperta con un lungo applauso.
Conor O’Shea: abbiamo molto su cui lavorare, abbiamo fatto molti errori. Una partita da montagne russe. La disciplina non è stata sempre perfetta, ma è l’inizio del nostro viaggio. C’è moltissimo da fare, questa vittoria è per i giocatori e per i tifosi. Ma c’è moltissimo che ci può permettere di rendere l’Italia una grande nazionale di rugby. Ci saranno tanti alti e bassi, ma questa sera ce la godiamo. Cosa è cambiato rispetto agli All Blacks? Abbiamo lavorato bene in allenamento sulle cose positiva di una settimana fa, anche se è difficile da dire dopo aver preso 60 punti. Con Fuser fuori abbiamo concesso solo tre punti, è stato incredibile. Eravamo dentro alla gara anche alla fine. Ovviamente sono anche vicino ad Allister Coetzee, che avrà tanta pressione su di sé.
Sergio Parisse: volevo raccontare un aneddoto. Tre quattro mesi fa abbiamo preso un caffè con Conor O’Shea e lui mi ha detto: battiamo il Sudafrica.
Dall’interno della squadra ho visto un modo di lavorare diverso, l’ho già ripetuto, ma non ha grande credibilità dopo aver preso 68 punti. Quindi sta settimana abbiamo deciso di lavorare vedendo gli errori commessi contro la Nuova Zelanda, sapendo che i Boks sono una squadra in difficoltà ma siamo stati a bravi ad impensierirli anche noi e a metterli sotto pressione. Sono anni e anni che mi trovavo in spogliatoio con il risultato vicino e poi perdevamo. La tenuta sugli ottanta minuti? Quando c’è intensità negli allenamenti, si gioca di conseguenza. Abbiamo fatto comunque tanti errori così come il Sudafrica, ma abbiamo tanto su cui lavorare ancora. Se è la partita più importante nella storia del rugby italiano? Sì. La palla rubata in touche dopo la meta annullata è un esempio di come la squadra abbia lavorato minuto dopo minuto.
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