Contro Tonga coach O’Shea conferma quasi in blocco il XV di Firenze. E non poteva essere altrimenti
Chi si aspettava una squadra nuova o in parte diversa per la sfida di sabato contro Tonga, che chiude il novembre internazionale dell’Italia, è rimasto deluso. All’Euganeo di Padova scenderà in campo una formazione per quattordici quindicesimi uguale a quello scesa in campo a Firenze: l’unico cambio, dettato da motivi fisici e non tattici, è l’ingresso del Geldenhuys in seconda linea al posto di Van Schalkwyk. Per il resto tutti confermati gli eroi del Franchi, con Bronzini e Canna in mediana, McLean a primo centro e Padovani estremo. Qualcuno, dicevamo, avrebbe potuto aspettarsi un XV in parte diverso. Vuoi perché Tonga non è il Sudafrica, vuoi perché è l’ultima occasione di scendere in campo con la maglia azzurra prima del Sei Nazioni…Eppure la scelta dello staff tecnico è stata precisa. E se Van Schalkwyk non avesse avuto problemi fisici, probabilmente la formazione della scorsa settimana sarebbe stata riconfermata in blocco.
Squadra che vince non si cambia, recita un vecchio adagio sportivo. Tanto più se la squadra ha vinto e convinto battendo il Sudafrica in una partita di diritto entrata nella storia di Ovalia. Per coach O’Shea, alle fasi iniziali del ciclo azzurro, fondamentale è trovare l’ossatura di base della squadra, in base al tipo di giocatori a disposizione e al conseguente gioco che si vuole allenare. E una volta che la quadra inizia a intravedersi sia per game plan che per interpreti, cambiare subito le carte in tavola sarebbe un errore. Tanto più all’inizio di un nuovo quadriennio e con molto lavoro ancora da fare. Il tecnico irlandese in conferenza stampa ha parlato quanto importante sia sabato la prestazione degli Azzurri: vero, ma non dimentichiamo tutte le volte che dal suo arrivo ha ricordato l’importanza di costruire una cultura della e un’abitudine alla vittoria. E squadra che vince…
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