Dopo All Blacks e Springboks, i Verdi cercano anche lo scalpo Wallabies. Ospiti per rincorrere il Grande Slam
A Dublino (con kick-off alle 18:30) va in scena uno dei test match più interessanti della finestra internazionale di novembre, anche (e soprattutto) per quanto fatto vedere tra entrambe le squadre nelle scorse settimane. L’Irlanda, dopo aver messo in scacco gli All Blacks nella storica partita di Chicago, ha dovuto subire la rivincita dei campioni del mondo sette giorni fa, ma ha comunque costretto i neozelandesi a sudare le proverbiali sette camicie per portare a casa il risultato. La squadra allenata da Joe Schmidt è la Home Nations che ha destato le migliori impressioni fin qui (anche più dell’Inghilterra di Eddie Jones) e avrà la ghiotta chance per centrare un tris storico: battere tutte le tre regine dell’Emisfero Sud nello stesso anno, dopo la vittoria contro il Sudafrica a giugno e quella già citata con gli All Blacks. Il coach dei Verdi, tuttavia, dovrà fare i conti anche con l’infermeria. Oltre a Sexton e Henshaw, infatti, Schmidt è stato costretto a fare a meno anche di Sean O’Brien e Jared Payne, rimpiazzati da Peter O’Mahony e Rory Scannell, quest’ultimo al debutto assoluto con la nazionale. Occhi puntati su Garry Ringrose, confermato dopo l’esordio dal primo minuto contro la Georgia.
L’Australia si presenta all’Aviva Stadium dopo aver dominato il Galles ed aver battuto sul filo di lana sia la Scozia che la Francia, tenendo ancora vive le speranze di Grande Slam (i Wallabies sfideranno anche l’Inghilterra la prossima settimana). La squadra di Michael Cheika non è ancora tornata pienamente quella del 2015, ma possiede una quantità sufficiente di talento e killer instinct per poter togliere le castagne dal fuoco anche nei momenti più difficili. Tra le fila ospiti, inoltre, non mancherà la voglia di rivalsa dopo il test match del 2014, una delle partite più spettacolari dell’anno e vinta dall’Irlanda per soli tre punti. Rispetto alla vittoria di Parigi, nel XV iniziale si rivedono Israel Folau, Sekope Kepu, Dane Haylett-Petty, Rory Arnold e Reece Hodge, quest’ultimo ormai diventato un punto fermo per l’opzione a primo centro. Da seguire, in particolare, la battaglia in terza linea, con Pocock-Hooper da una parte e Heaslip-O’Mahony-Stander dall’altra, dove potrebbero decidersi molto della partita.
Irlanda: 15 Rob Kearney, 14 Andrew Trimble, 13 Jared Payne, 12 Garry Ringrose, 11 Keith Earls, 10 Paddy Jackson, 9 Conor Murray, 8 Jamie Heaslip, 7 Sean O’Brien, 6 Christian Stander, 5 Devin Toner, 4 Iain Henderson, 3 Tadhg Furlong, 2 Rory Best (captain), 1 Jack McGrath
A disposizione: 16 Sean Cronin, 17 Cian Healy, 18 Finlay Bealham, 19 Ultan Dillane, 20 Josh van der Flier, 21 Kieran Marmion, 22 Joey Carbery, 23 Simon Zebo
Australia: 15 Israel Folau 14 Dane Haylett-Petty, 13 Tevita Kuridrani, 12 Reece Hodge, 11 Henry Speight, 10 Bernard Foley, 9 Will Genia, 8 David Pocock, 7 Michael Hooper, 6 Dean Mumm, 5 Rob Simmons, 4 Rory Arnold, 3 Sekope Kepu, 2 Stephen Moore(c), 1 Scott Sio
A disposizione: 16 Tolu Latu, 17 James Slipper, 18 Allan Alaalatoa, 19 Kane Douglas, 20 Lopeti Timani, 21 Sean McMahon, 22 Nick Phipps, 23 Quade Cooper, 24 Sefanaia Naivalu (uno da escludere)
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