Gestione della pressione e lucidità nei 22 avversari: Tonga ci riporta sulla terra

Partire con i favori del pronostico ancora una volta si è rivelato un boomerang. Le parole dei senatori Cittadini e Geldenhuys

italia rugby

ph. Sebastiano Pessina

C’è profonda delusione sui volti degli Azzurri dopo la sconfitta di Padova contro Tonga, al termine di una partita che tutti alla vigilia avevano sperato potesse rappresentare la ciliegina sulla torta di un novembre comunque positivo per la prima vittoria di sempre contro una delle tre regine dell’Emisfero Sud. E invece, come già successo in passato, partire favoriti e con la pressione addosso non ha aiutato la squadra, che ha alternato fasi giocate con troppa foga (soprattutto nei 22 avversari) e sbandate difensive che hanno permesso agli isolani di rimanere sempre aggrappati nel punteggio senza mai sentirsi veramente battuti.

 

 

La pressione dei favoriti

Una delle situazioni che spesso la Nazionale azzurra ha faticato a saper gestire è quella di confermarsi dopo una vittoria, trovando continuità nella prestazione. Dato l’avversario di giornata e il successo della scorsa settimana, rispetto a Firenze questa volta la pressione era tutta sulle spalle di Favaro e compagni: per alcuni tratti l’Italia non è riuscita ad imporre il proprio gioco, ma soprattutto ha avuto in diverse occasioni troppa fretta di “sbrigare” la pratica Tonga giocando in piena zona punti senza la dovuta lucidità. Ne abbiamo parlato con Lorenzo Cittadini.

 

 

Dettagli ed esecuzione

Quintin Geldenhuys (che al momento di uscire ha ricevuto un caloroso saluto da compagni di squadra e un applauso dallo staff tecnico in piedi, ultima internazionale per lui?) ha parlato dello occasioni da punti non sfruttate (touche invece dei pali) e del peso che hanno avuto nell’economia della partita e, soprattutto, sul morale della squadra.

https://www.youtube.com/watch?v=1iqKZkzg-n8

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