Ottobre 2015: le semifinali iridate sono una questione per squadre sotto l’Equatore. Ora la situazione è ben diversa
La finestra autunnale 2016 si è ufficialmente conclusa. I Test Match come sempre non hanno tradito le aspettative in termini di spettacolo, partite combattute e incontri che passeranno nella storia del rugby. Risultati alla mano, sorprende la rivincità dell’Emisfero Nord dopo che non più tardi dell’ottobre 2015 le quattro regine dell’Emisfero Sud si erano prese tutti i posti delle due semifinali iridtae.
Il bilancio degli incroci Sei Nazioni-Rugby Championship dice otto vittorie dell’Emisfero Nord e sei dell’Emisfero Sud. In attesa del tour dei Lions in Nuova Zelanda (vedi paragrafo sotto), diverse squadre del Vecchio Continente stanno offrendo un rugby di altissimo livello e grande solidità, dimostrando di non avere nulla da invidiare alla quattro sotto l’Equatore. L’Inghilterra viaggia verso un 2016 da imbattuta e comunque vada la sfida di sabato contro l’Australia, il cambiamento del dopo Mondiale è sotto gli occhi di tutti. L’Irlanda ha scritto la storia a Chicago e battuto l’Australia, ma soprattutto trovato giovani giocatori che fanno ben sperare in vista del futuro e che confermano l’abilità del movimento verde di formare e valorizzare i propri talenti. La Scozia ha battuto Argentina e Georgia e perso di un solo punto contro l’Australia, mentre la mano di Noves inizia a dare i suoi frutti sul gioco francese, che sembra tornare al movimento dopo anni di fisicità e autoscontri con giocatori pesanti in ogni parte del campo. Le difficoltà maggiori sono quelle del Galles, che paga l’assenza di coach Gatland e in generale un piano di gioco andato fuori giri negli uomini e nell’esecuzione dopo un recente passato in cui il motore dei Dragoni è stato spinto a tutta.
Sotto L’Equatore invece, dopo la sberla di Chicago gli All Blacks hanno rialzato la testa a Dublino ma rischiato a Parigi con la Francia (peccato non sia in calendario la sfida contro l’Inghilterra), mentre le cose più belle sono arrivate dall’Australia tornata in carreggiata dopo il Championship soprattutto in termini di continuità di prestazione. Di più ci si aspettava dall’Argentina, vittoriosa contro il Giappone dei debuttanti e sconfitta da Galles e Scozia. Del Sudafrica in profondissima e strutturale crisi molto è stato detto in attesa di eventuali decisioni federali post novembrine.
Quello che prenderà ufficialmente il via il 3 giugno 2017 dal Toll Stadium di Whangarei con la sfida contro la selezione Provincial Union XV, si preannuncia già come uno dei tour dei British&Irish Lions più appassionanti degli ultimi anni. Nel corso dell’intero 2016 le squadre dell’Emisfero Nord hanno dimostrato grande solidità in termini di performance e i risultati di novembre ne sono una conferma: cappotto dell’Inghilterra all’Australia a giugno (in attesa della rivincita sabato a Twickenham), vittorie dell’Irlanda contro tutte le tre regine dell’Emisfero Sud e forte crescita della Scozia. Delle Home Nations il Galles, che darà l’allenatore alle gloriosa selezione, è quella che al momento appare in maggiore difficoltà: contro l’Australia il tecnico neozelandese si era affidato ad un gruppo forte gallese, che al tempo rappresentava al meglio l’efficacia e la fisicità che si rivelarono poi fondamentali per battere i Wallabies nello scontro fisico e nella serie. Sicuramente vedremo interpreti diversi (Itoje e Billy Vunipola per fare due nomi), sicuramente contro gli All Blacks sarà una serie bellissima. E in questo il senso la sconfitta di Chicago contro l’Irlanda potrebbe avere un peso specifico non indifferente: arrivare da imbattuti e invincibili sarebbe stato, almeno nella testa, diverso.
Variazioni Ranking fine-inizio novembre (a sinistra la posizione attuale): Sudafrica 4-6, Galles 7-5, Irlanda 5-4, Scozia 9-7, Argentina 6-9 (con rischio girone iridato della morte per i Pumas alla RWC 2019).
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