Il capitano del Galles ha incontrato l’ala dei Saints. Ed elogia il rugby per il protocollo concussion
La settimana rugbistica è stata scossa dalla notizia dell’ennesima concussion subita da George North, infortunio a cui l’ala gallese era già andato incontro ben quattro volte tra il novembre 2014 e il marzo 2015. Dopo le critiche piovute su Northampton per la gestione dell’ultima commozione cerebrale, il giocatore è stato visitato da una commissione di medici indipendenti che ha sospeso momentaneamente il 24enne, ponendo non pochi dubbi sul futuro agonistico di North a livelli internazionali. Sulla questione è intervenuto negli scorsi giorni anche Sam Warburton, suo capitano nel Galles e reduce da una concussion nel match tra Inghilterra e Dragoni nel match dell’ultimo Sei Nazioni: “Ho parlato con George in questa settimana – ha spiegato il terza linea a WalesOnline – Ha detto che ha dolore al collo, ma è molto felice del suo programma per il ritorno in campo. È fiducioso del fatto che tornerà in piena forma e non è troppo preoccupato al riguardo. È stato rassicurante sapere che sta bene”.
Warburton, inoltre, ha parlato anche di come il rugby sta affrontando il problema delle concussion: “Ci sono molti sport in una situazione peggiore del rugby, noi siamo molto cauti ora. Nel rugby, se qualcuno ha dei sintomi di commozione cerebrale, viene portato fuori e non rientra. Il protocollo che viene seguito in Galles è eccellente. Abbiamo parlato di come la vita dei giocatori possa essere a rischio dopo più concussion in carriera – ha continuato il giocatore dei Cardiff Blues – Il rugby sta facendo di tutto per rendere lo sport il più sicuro possibile“.
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