Il CEO della lega interrompe tutti i contratti. E parte il botta e risposta
E’ scontro aperto negli Stati Uniti tra Federazione e Pro Rugby, la lega professionistica che aveva organizzato quest’anno il primo torno pro negli Stati Uniti, conclusosi ad agosto e vinto da Denver.
Pochi giorni dopo l’annuncio che i San Francisco non avrebbero preso parte alla nuova edizione del torneo, ufficialmente per mancanza di una struttura adeguata ad ospitare le partite interne dei Rush, arriva ora una notizia che getta ombre nerissime sulla sopravvivenza stessa del torneo. Doug Schoninger, CEO di Pro Rugby, ha infatti comunicato a tutti i giocatori delle sei squadre coinvolte la volontà di interrompere i loro contratti. Nel testo della lettera inviata, si legge che “ci sono state tante questioni circa la collaborazione tra noi e la federazione statunitense, che abbiamo cercato di risolvere negli ultimi quattro mesi ma a quanto pare USA Rugby non rispetterà l’impegno che aveva garantito”. Per questo motivo, la lega “eserciterà la clausola di Voluntary Termination presente in tutti i contratti, nella speranza di risolvere i problemi sorti con la federazione prima del termine del periodo di messa in atto della clausola (30 giorni, ndr)”.
La risposta della federazione non si è fatta attendere. “USA Rugby nega qualunque accusa fatta da Pro Rugby ed esprime dispiacere nell’apprendere della conclusione dei contratti degli atleti che hanno preso parte alla stagione inaugurale e che avrebbero dovuto essere pagati per tutta la durata di 12 mesi del loro contratto”.
Venerdì c’è stato a New York un incontro tra Schoninger e il CEO federale Dan Payne: top secret la discussione, ma a quanto pare la federazione non avrebbe gradito alcuni ritardi nei pagamenti dei giocatori e delle strutture e una non meglio precisata mossa da parte di Schoninger di acquisire quote nella franchigia sudafricana dei Southern Kings (fonte americasrugbynews). Quella di Schoninger potrebbe essere una forzatura per mettere la federazione con le spalle al muro, ma Oltreoceano la sensazione è che senza una forte “protezione” federale, Pro Rugby stia già chiudendo i battenti dopo una sola stagione.
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