Abbiamo analizzato alcune soluzioni di gioco messe in pratica da Calvisano contro San Donà
Dopo la vittoria di Firenze contro il Sudafrica, abbiamo analizzato la superba difesa messa in campo da Parisse e compagni, in grado di contenere le sfuriate Springboks anche grazie alla cosiddetta salita rovesciata, che costringe l’attacco ad incanalare il gioco oscurando le linee esterne. E’ quello che venerdì ha tentato di fare anche San Donà contro Calvisano, ma coach Brunello aveva preparato le contromosse per superare la rush defence dei veneti. Con risultati davvero positivi, come testimoniano le nove mete a referto. Ecco alcune delle soluzioni adottate.
Mandare il ball carrier “a vuoto”
Un’opzione in caso di salita sparata della difesa che marca il ball carrier (1) pesante è quella di mandare quest’ultimo a vuoto, preferendo una palla arretrata con un unico giocatore (2) a formare la seconda linea di attacco, che ha la possibilità di giocare con i sostegni (3) nello spazio lasciato colpevolmente sguarnito oltre la terza guardia. Una soluzione efficace e che, essendo nata da turnover ball, dimostra la capacitàdei gialloneri di leggere la situazione.
Una situazione che si è ripetuta più volte nel corso della partita e grazie alla quale sono nate le mete praticamente in fotocopia di Paz e Lucchin
Giocare il lato corto
Spesso poi la scelta di Semenzato è stata quella di tornare a giocare il lato corto. Se l’avversario tenterà la difesa rovesciata, è lecito aspettarsi che metterà tanta densità di uomini sulla direzione di gioco. A quel punto cambiare il senso di gioco permetterbbe non solo di pescare l’ultimo placcatore in fuorigioco (F), ma anche di costruire la superiorità al largo. In questo caso, cinque giocatori di Calvisano più un utility interno al dieci contro quattro, due dei quali stretti a fare la guardia.
In un’altra occasione tornare sul lato corto è stato fondamentale per costruire l’azione da meta. Dopo rimessa laterale fuori dai 22 di San Donà e carica centrale di Tuivaiti a dividere in due il fronte d’attacco, Novillo (C) serve da posizione quasi azzerata Susio (R) che riceve lo splendido cross kick in una parte del campo completamente sguarnita. L’unica presenza veneta è limitata al blocco di salto, che dopo aver tentato di contestare la rimessa laterale si fa attrarre in maniera un po’ banale dal punto d’incontro, trascurando completamente la larghezza del campo.
Mancare il bersaglio
Una delle chiavi di riuscita della difesa anticipata, con il giocatore che sale forte da spia per prendere l’avversario nella propria metà campo, è la capacità del difensore di capire chi prenderà la palla, metterlo nel mirino prima e a terra poi. Una delle abilità dell’attacco deve essere allora quella di dare meno riferimenti possibili alla difesa: si può fare come abbiamo visto con il finto penetrante, ma anche costruendo una manovra che metta due potenziali ball carrier vicini, entrambi opzioni possibili e credibili, in modo da mettere dubbi alla difesa.
di Roberto Avesani
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