Il coach dei Warriors analizza il derby contro Edimburgo in conferenza stampa e guarda alla partita di sabato a Monigo
EDIMBURGO – “È stata una bella partita, davanti ad un avversario difficile (alcuni giocatori di Edimburgo sono stati eccellenti) e un pubblico molto numeroso, ma non dobbiamo dimenticare che è la prima di tre gare in Guinness Pro12 prima di tornare a pensare alla Champions Cup”. Gregor Townsend, coach dei Glasgow Warriors, fa il punto dopo la vittoria nel primo round di 1872 Cup contro Edimburgo, spostando poi il focus anche sugli infortunati e sulla prossima sfida contro il Benetton Treviso a Monigo – “Simone Favaro sta bene, aveva solo un taglio alla testa ed è uscito per quello; quando è tornato a disposizione abbiamo deciso di tenere in campo Chris (Fusaro) per scelta tecnica. Mi aspetto una partita molto dura sabato contro il Benetton Treviso, vengono da tre successi di fila, stanno giocando molto meglio in questa stagione e hanno giocatori molto forti fisicamente e non solo nel reparto avanzato. Non so come sarà il tempo, spero sia asciutto – auspica Townsend – perchè ci permetterebbe di giocare il rugby a noi più congeniale. Treviso è sempre forte nelle fasi statiche e adesso muove anche molto meglio l’ovale, sarà una gara molto dura per noi.“
Tornando al derby contro Edimburgo, Townsend analizza la partita del Murrayfield: “Siamo molto contenti di aver vinto, dopo tre sconfitte consecutive contro Edimburgo e visto dove eravamo a metà primo tempo, quando siamo stati troppo indisciplinati; vincere con tredici punti di margine con queste premesse è un buon risultato. Nei primi venti minuti non siamo riusciti a mettere in campo il gioco che volevamo, per nostri errori ma soprattutto per quanto fatto da Edimburgo – ha detto l’head coach dei Warriors – Penso che la svolta della gara, per noi, sia stata il cartellino giallo preso da Alex Allan (che al 21′ ha pagato un po’ per tutti, dopo che Ian Davies aveva già richiamato capitan Jonny Gray, nda); dopo quel momento, abbiamo giocato i dieci minuti migliori della nostra partita, passando attraverso le fasi, tenendo la palla e guadagnando metri costringendo loro a concedere punizioni. Ci siamo portati quella fiducia anche nel secondo tempo e siamo stati capaci di mettere punti a referto e vincere la gara”.
“Il drop di Russell (il primo in carriera per l’apertura dei Warriors, nda)? È stata una gran cosa, perchè è entrato”, scherza Townsend, un passato da numero 10 della Scozia e dei B&I Lions. “Io non l’ho mai fatto, non ho mai deciso di calciare una punizione scegliendo il drop; solo con le trasformazioni, a volte può capitare. Finn è un ragazzo a cui non piace perdere molto tempo per sistemare l’ovale sul tee (ride, nda) ma, dopo aver sbagliato un calcio poco prima per colpa anche del vento, ha mostrato coraggio e determinazione.”
“Abbiamo difeso molto bene, va sottolineato questo aspetto – continua Townsend – e nell’azione della meta di Dunbar abbiamo tenuto l’ovale per almeno trenta fasi prima di schiacciarlo oltre la linea e questo denota una certa organizzazione, controllo e pazienza prima di trovare il varco giusto. La squadra ha mostrato anche tranquillità, perchè dopo qualche fase qualcuno poteva stancarsi e pensare all’azione personale, anziché insistere come invece abbiamo fatto – ed è stato anche bello vedere qualche offload e come si è sviluppato il gioco. Marcare quella meta ha fatto la differenza; abbiamo fatto molte buone cose, ma dobbiamo lavorare sui dettagli, la mancanza di precisione ci è costata cara perchè avremmo potuto marcare qualche meta in più e prenderci il bonus offensivo.”
“Edimburgo ha difeso quasi sempre mettendo uno, due uomini in più al breakdown e lasciando un po’ scoperta la loro retroguardia, un aspetto che noi siamo stati bravi a sfruttare – dice Alex Dunbar, centro dei Glasgow Warriors autore della meta che al 66′ ha scavato il solco decisivo nel primo derby stagionale – Abbiamo tenuto la palla per molte fasi, nella seconda meta, siamo stati bravi a non perderla rimanendo concentrati sotto pressione e riuscendo ad andare oltre la linea all’angolo. Siamo stati cinici, abbiamo messo punti a referto quasi ogni volta che abbiamo avuto l’occasione; forse non siamo stati costanti, ma quando abbiamo avuto il momento opportuno l’abbiamo sfruttato. Dobbiamo lavorare sulla consistenza, sul cercare di mantenere vivo quel momento più a lungo. Nel primo tempo siamo stati bravi con i nostri avanti a mettere Edimburgo sotto pressione in ogni aspetto, in rimessa laterale, in mischia ordinata e nei raggruppamenti, dove però nella prima parte abbiamo concesso qualche punizione di troppo; questo successo è importante ma adesso dobbiamo continuare così, prendendoci qualche vittoria nelle prossime gare se vogliamo risalire la classifica. Settimana prossima abbiamo una gara importante contro Treviso che vogliamo affrontare al meglio.”
“Non possiamo essere contenti per il risultato, ma soprattutto perchè sono convinto che li abbiamo aiutati molto noi nelle due mete messe a segno – dice Grant Gilchrist, capitano di Edinburgh – Abbiamo avuto un inizio di partita piuttosto traumatico, con la meta che abbiamo regalato, decisamente non il modo in cui vuoi cominciare una gara, ma ci siamo ripresi bene, non abbiamo sofferto il contraccolpo e abbiamo anche fatto vedere qualche buona giocata, passando attraverso le fasi e forzando i Warriors a commettere molti falli. Non siamo riusciti, però, a sfruttare al meglio il momento positivo. Ci siamo presi solo sei punti, che non sono pochi e ci hanno rimesso in gara ma non sono stati sufficienti e non rispecchiano quanto abbiamo dominato. I piccoli errori ci sono stati fatali, disciplina nei momenti chiave, qualche placcaggio sbagliato e andare a riposo sotto nel punteggio, quando invece pensavamo di meritare il vantaggio per quanto fatto nel primo tempo non ci ha aiutato psicologicamente. Queste partite sono sempre difficili da decifrare, probabilmente entrambe le squadre prediligono la fase difensiva a quella offensiva, ma loro sono andati tre volte nei nostri 22m e si sono presi 15 punti, mentre noi, pur giocando per lunghi tratti nei loro 22m, soltanto 6 e questo ha fatto la differenza alla fine. Non c’è un grande margine di punti tra noi e loro, si tratta di lavorare meglio sui dettagli per cercare di rimettere le cose a posto, e lavorare finché non siamo riusciti nel nostro compito. Non dobbiamo fare cose incredibili, si tratta di concentrarsi su quei dettagli che oggi non sono andati bene. Abbiamo una grande gara di fronte a noi adesso, solo cinque giorni per prepararla e non sarà per niente facile ma dobbiamo fare tutto il possibile per andare a vincere contro le Zebre.”
“Abbiamo fatto meglio nella prima frazione, rispetto alle ultime due gare”, dice Duncan Hodge, Acting Head Coach di Edimburgo. “Abbiamo, però, perso qualche lineout di troppo e nella seconda parte del primo tempo, dopo che i Warriors avevano concesso sei punizioni nella prima e preso un cartellino giallo, noi ne abbiamo concesse cinque di fila e dopo aver regalato cinque punti in avvio, questo ci è costato caro. Loro sono molto forti in difesa e hanno rallentato molto bene le giocate al breakdown, mettendoci in difficoltà nonostante abbiamo avuto un po’ più di possesso. Noi, anche per questo, non siamo riusciti a mettere a referto i punti che volevamo.”
di Matteo Mangiarotti
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