Il capitano dei parigini fotografa l’attuale situazione della sua squadra
Fine anno, è tempo di bilanci. E anche per il capitano della nazionale italiana Sergio Parisse non può mancare un momento di riflessione. In una lunga intervista rilasciata a L’Equipe il numero 8 si sofferma sulla situazione attuale del suo club, lo Stade Français: “Non sono rimasto molto contento del fatto di sapere che diverse partenze erano in programma dal club (Rabah Slimani, Raphaël Lakafia, Hugo Bonneval, Geoffrey Doumayrou e Jérémy Sinzelle, ndr), ma lo società non è mia e questa è una cosa che non posso controllare. Ho sempre parlato chiaro ai ragazzi: volete andare a guadagnare di più? Dovete partire. Ma gli ho anche detto che lo Stade è un club con un gruppo sano che gioca un buon rugby e dà fiducia ai giovani”.
Stuzzicato poi sulle questioni economiche e tecniche Parisse risponde: “A me piacerebbe che il club investisse più soldi per mantenere i giocatori: questo però non è evidentemente il desiderio della famiglia Savare. Il presidente forse si è reso conto che stava spendendo troppo. Così, preferisce prendersi qualche “rischio” sul piano sportivo avendo un modello di business plan più interessante. Vedremo i risultati. Sulla questione tecnica invece, devo dire che la partenza di Gonzalo Quesada mi ha sorpreso; anche se sapevo che la situazione era piuttosto complicata. Ora ci aspettiamo dei grossi cambiamenti”.
“Sul futuro del club mi interrogo ed è per questo che ho chiesto un incontro al presidente e a suo figlio: voglio risposte sui progetti futuri. Ho rinnovato sino al 2020 e voglio capire cosa si prospetta. Non sono un mediocre, sono uno competitivo e voglio vincere. Spero di finire la mia carriera qui. L’anno scorso sarei potuto partire, ma per riconoscenza a questa squadra sono rimasto. E oggi, senza presunzione, posso dire di essere quello che ama di più il club. Per essere competitivi, però, servono sette/otto giocatori di livello internazionale”.
Parisse conclude infine con una panoramica sulla stretta attualità personale e della squadra nel Top14: “Il gruppo ha avuto qualche turbamento, ma non è successo nulla di preoccupante. Attualmente io sono il capitano in campionato e Papè lo è in Europa. Adesso però serve concentrarsi sulle prossime tre partite che possono essere il punto di svolta della nostra stagione: riceveremo Brive, Tolosa e poi andremo a Grenoble. Ci sono in palio punti importantissimi. Se dovessimo rientrare nella battaglia playoff e ci qualificassimo sarebbe dura per tutti affrontarci. Personalmente fra l’infortunio al collo e la squalifica internazionale non mi sento ancora calato a pieno nella stagione (solo 8 partite su 18 per lui), non vedo l’ora di trovare un po’ di continuità”.
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