Abbiamo intervistato l’ex apertura del Benetton Treviso e di Rovigo, diventato professionista in Francia
Davide Duca e Paolo Pescetto condividono il primato di essere gli unici italiani a giocare nel campionato ProD2 in Francia. Davide, salendo dal campionato Federal 1 alla ProD2 con il SAXV di Angoulême, ha realizzato un’ideale staffetta dei numeri 10 italiani in ProD2 con Tommaso Allan, che ha lasciato Perpignan per andare alla Benetton. Duca è arrivato ad Angoulême quattro stagioni fa contribuendo ad una doppia promozione, dal campionato Federal 2 a quello Federal 1 prima e poi nel rugby professionistico in ProD2. Dopo essere passato per l’Accademia Nazionale, aver giocato a Treviso, Venezia e Rovigo, ha deciso di emigrare in Francia.
Davide ci racconta che “l’ impatto con la Francia è stato buono sia livello rugbistico che personale. Il primo periodo e stato un po’ difficile per via della lingua che non avevo mai studiato a scuola, ma obiettivamente questo è stato l’unico vero problema”. A metà della stagione regolare, Angoulême occupa la settima posizione in classifica, sotto Colomiers (semifinalista in ProD2 la stagione scorsa) ed a 9 punti dalla capolista Montauban. Una stagione fino ad oggi eccezionale come il percorso di Angoulême in questi anni. Con orgoglio Duca descrive la promozione della scorsa stagione: “Sicuramente la promozione in ProD2 è stata la mia più grande soddisfazione rugbistica. La più grande perché la ProD2 è l’anticamera del Top14, perché la differenza di livello tra Federal1 e ProD2 è enorme. In Federal 1 ci sono 12-13 squadre che giocano ogni anno per la promozione. Noi, cosa rarissima, siamo stati promossi in soli 2 anni. Generalmente una squadra impiega 4-5 anni per essere promossa in ProD2 .L’anno scorso abbiamo fatto una cosa eccezionale”.
Quando e dove hai iniziato a giocare, e qual è stato il tuo percorso?
Ho iniziato a giocare a 9 anni a Frascati con cui ho esordito in serie A e dove sono rimasto fino a 19 anni. Sono stato membro dell’Accademia Federale a Tirrenia, poi due anni a Treviso, uno a Venezia e infine tre a Rovigo.
Hai giocato in Eccellenza e con la Nazionale A, cosa ti ha spinto a venire in Francia?
Sono venuto in Francia perché ho sempre voluto provare un’esperienza all’estero. Dal momento che il livello del campionato di Eccellenza è comparabile ad una buona Federal 2, sono partito senza timori accettando la proposta del SAXV.
Federal 2, Federal 1 e ProD2: qual è stata la tua evoluzione nel gioco?
La differenza più grande è sicuramente la velocità di gioco, la velocità di trasmissione del pallone. La mia più grande evoluzione è stata la cura del dettaglio. Per questo aspetto i francesi sono maniaci: basti pensare che facciamo due sessioni di video ogni giorno e 30 minuti di tecnica individuale prima e dopo ogni allenamento.
Del gruppo in Federal 2 quanti siete arrivati in ProD2 e come è cambiata la squadra?
Dell’anno della Federal 2 ad oggi in ProD2 siamo rimasti 12 giocatori su un gruppo di 45. I nuovi giocatori che sono arrivati hanno già esperienza in ProD2 o Top14.
Tu e Paolo Pescetto siete gli unici due italiani in ProD2. Perché? È una questione tecnica, fisica, mentale?
Penso che il motivo principale sia legato al livello di gioco dei campionati italiani. I club francesi sono diffidenti a prendere dei giocatori in Italia: il fatto che ogni club di ProD2 abbia un proprio centro di formazione favorisce i giovani francesi. Consiglio comunque a chi ne abbia la possibilità di fare un’esperienza in Francia: qui “il rugby è un’altra cosa” rispetto all’Italia.
Dopo 16 giornate le SAXV, neopromossa, è settima in classifica. Siete in linea con i vostri obiettivi per la stagione o siete sorpresi?
Per adesso stiamo più che bene e sinceramente non potevamo pensare di essere tra le prime a gennaio, perché l’obiettivo principale resta la salvezza. Una volta raggiunti i 53 punti della salvezza vedremo di provare a fare qualcosa in più.
Quali sono i tuoi programmi per il futuro?
Per adesso sono ancora sotto contratto qui, vivo il presente, certo che se la Nazionale chiamasse sarei più contento.
L’esperienza di Davide Duca e le sue parole ci ricordano quello che quasi un anno fa ci avevano raccontato Piermaria Leso e Stefano Scanferla sulla equivalenza tra Eccellenza e Federal 1-2, ponendo però l’accento sulla caratteristica predominante del rugby moderno: la velocità che da una parte delle Alpi non è ancora al suo massimo potenziale. Davide venendo in Francia ha dovuto alzare il suo ritmo di gioco tre volte: al suo arrivo; al passaggio dalla Federal 2 alla Federal 1 ed al passaggio alla ProD2. È interessante notare come Davide descriva il rugby francese rispetto a quello italiano: “il rugby è un’altra cosa”, esattamente le stesse parole di Giuseppe Sigillò nella conclusione della nostra inchiesta sui giocatori italiani emigrati in Francia.
Di Alessandro Vischi
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