Intanto, arriva la decisione EPCR: sconfitta a tavolino e 30.000 Euro di multa per la società romena
Timisoara Saracens-Stade Francais, la sfida della Pool 5 di Challenge Cup in programma sabato 14 alle ore 13, era stata cancellata per le avverse condizioni meteorologiche sulla città romena e per l’impraticabilità del Dan Paltinisanu Stadium, perlomeno secondo quanto riportato dall’Epcr nel proprio comunicato. Questa mattina, l’organo di controllo del rugby europeo ha fatto sapere di aver intrapreso un’azione disciplinare nei confronti del club romeno, reo di non aver preparato e protetto in maniera adeguata il campo secondo il Challenge Cup Participation Agreement della stagione in corso, il che non ha permesso al match di tenersi all’ora e nel luogo stabilito (anche per l’assenza di uno stadio alternativo). La versione dell’European Professional Club Rugby, insomma, è piuttosto chiara: i Saracens di Timisoara non sarebbero stati in grado di rispettare le linee guida per garantire il regolare svolgimento dell’incontro, per cui potrebbero essere puniti per le loro negligenze organizzative dalla Commissione disciplinare che esaminerà il caso quest’oggi, a Parigi.
Quella ‘ufficiale’, tuttavia, non è l’unica versione dei fatti riportata nelle ultime ore. Dalle pagine di Planet Rugby, il giornalista romeno Dragos Baldescu ha sferrato un lungo e dettagliato attacco all’Epcr e allo Stade Francais sul comportamento tenuto sabato dal club francese e dai rappresentanti del governo ovale europeo, oltre che dall’arbitro scozzese. Scrive Baldescu: “Il Timisoara ha speso 10.000 € per far portare un generatore sufficientemente potente da Bucarest, necessario per far avviare il sistema di riscaldamento del campo dal sottosuolo. Le foto dimostrano come l’erba fosse in condizioni decenti e ripulita dalla neve; non c’erano segni di ghiaccio. Ovviamente il terreno era bagnato e freddo, ma non dovrebbe essere un problema per il rugby. Si giocano match in condizioni peggiori in Europa”. Al momento dell’ispezione del campo durante la mattina, infatti, era stato dato il via libera affinché la sfida venisse giocata alle 13, come confermato anche dal vice-presidente del Timisoara, Dusan Filipas, al sito web locale tmsport.ro.: “C’è stata una riunione alle 10:30 con l’arbitro e i rappresentanti dello Stade Francais, ed è stato deciso che il match si sarebbe disputato se le condizioni del terreno di gioco non fossero peggiorate fino all’ora del kick-off. Cosa che non è successa. Il campo si era mantenuto bene”.
I problemi, stando alla versione di Baldescu, sarebbero nati a pochi minuti dal calcio d’inizio, quando i dirigenti dello Stade Francais avrebbero bruscamente annunciato di non voler giocare per questioni di sicurezza. L’arbitro avrebbe ceduto alle pressioni della società francese, ignorando ogni protesta della controparte romena. Il risultato? Il pubblico accorso sugli spalti è stato mandato a casa e la tv che avrebbe dovuto trasmettere la partita, DigiSport, ha dovuto rivedere il palinsesto. “Il capitano dello Stade Francais – ha spiegato Filipas – si è rifiutato di giocare. L’arbitro ha ascoltato solo la sua opinione, secondo cui il campo era impraticabile. È stata presa in considerazione solo la sua opinione. Noi volevamo giocare.”
Il report di Baldescu, però, va oltre. Secondo il giornalista romeno, gli atteggiamenti piuttosto sospetti dello Stade Francais nascono addirittura nello scorso ottobre, quando il Timisoara ha notificato alla Epcr che gli inverni romeni – specialmente nel mese di gennaio – possono portare il termometro anche a -20 gradi centigradi, ragion per cui il match casalingo previsto in questo mese avrebbe dovuto essere anticipato a dicembre. “Sia Edimburgo che gli Harlequins hanno accettato – continua Baldescu – ma il club parigino si è rifiutato, pur consapevoli dei rischi di una trasferta in Romania in pieno inverno. Stando a fonti vicine al club romeno, dallo Stade non è giunta nessuna risposta alle mail inviate dal Timisoara nelle scorse settimane riguardanti gli aspetti organizzativi del match. Inoltre, nonostante Timisoara abbia un aeroporto internazionale che offre voli giornalieri da Parigi, i francesi hanno scelto di atterrare a Budapest, nella vicina Ungheria. Un viaggio in autobus di più di 300km non sembra essere una buona idea prima di un incontro – continua Baldescu – Arrivati nella tarda serata di venerdì, lo Stade non ha potuto nemmeno svolgere il Captain’s Run. Hanno anche declinato l’invito per il tradizionale Terzo Tempo dopo la gara”.
Gli affondi del giornalista proseguono e rivelano ulteriori particolari: “Prima che il capitano Pascal Papé si rifiutasse di giocare, solo cinque giocatori erano scesi in campo per il riscaldamento. Il loro interesse nel giocare la sfida è stato minimo e nemmeno un’alternativa è stata considerata, come ad esempio riprogrammare la partita a Timisoara per il giorno successivo o spostarsi nella Cluj Arena, a trecento chilometri di distanza”. Baldescu, inoltre, fa notare come Connacht abbia giocato in Siberia con -20 gradi contro l’Enisei nel 2015, con un campo innevato e ghiacciato.
In qualunque modo andrà a finire la vicenda, l’immagine di una Challenge Cup già di per sé poco attraente per i club europei (in particolare per quelli francesi) rischia di svalutarsi ulteriormente, nonostante le promesse di una maggiore visibilità, di una maggiore spinta commerciale e di nuove strategie per aumentarne l’appeal da parte dell’Epcr negli scorsi mesi. Ma non solo. Se confermata, e ripetiamo “se”, la vicenda potrebbe rivelare l’influenza di un club di prima fascia nel prendere decisioni importanti come quelle relative allo svolgimento di una partita internazionale, a possibile testimonianza della disparità di trattamento ancora esistente tra l’élite del rugby europeo e le nazioni Tier 2.
UPDATE: è arrivata la decisione dell’ECPR su quanto accaduto. La Commissione giudicante ha stabilito che ” Timisoara non ha eseguito tutti gli step necessari per preparare e proteggere la superficie di gioco del Dan Paltinisanu Stadium e il club ha così violato il regolamento. La Commissione ( formata da tre membri, un inglese, uno scozzese e un francese, ndr) ha stabilito che la preparazione del terreno è stata inadeguata per quanto riguarda la copertura del campo, il sistema di riscaldamento del campo non è stato predisposto con il giusto anticipo e non erano disponibili impianti alternativi”. Morale della favola, 5 punti allo Stade Francais e 30.000 Euro di multa alla società romena.
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