Eleggibilità dopo 5 anni, la federazione inglese pronta ad andare avanti da sola

Il CEO Ritchie non usa mezze parole: aumentare di 24 mesi la residenza

Semesa Rokoduguni inghilterra

ph. Reuters

La regola dei tre anni di residenza per l’eleggibilità a livello internazionale potrebbe avere i giorni contati. Dopo le nette parole di Augustin Pichot, Vice Presidente di World Rugby, e l’istituzione di un gruppo di lavoro con l’obiettivo specifico di analizzare (e molto probabilmente modificare) la Regola 8.1(c) sui 36 mesi di residenza, le federazioni potrebbero decidere di anticipare i tempi e muoversi autonomamente.

Dopo la decisione della federazione francese di chiudere le porte della nazionale Bleus ai giocatori nati all’estero ma senza il passaporto transalpino, dall’Inghilterra arriva  la notizia che la Rugby Football Union potrebbe scegliere di rivedere il regolamento in caso di mancate modifiche da parte del Board di Ovalia. “La nostra situazione ideale è quella di un’eleggibilità basata su cinque anni di residenza – ha dichiarato il CEO  Ian Ritchie al Guardian – Aumentare di due anni è la strada che deve essere percorsa e che sosterremo. Ci sono federazioni che non la pensano così, vedremo cosa accadrà”. Il problema è, ovviamente, mettere tutti d’accordo: “In un mondo ideale ci sarebbero regole universali: aspetteremo che se ne discuta, ma se non dovesse cambiare nulla siamo pronti a ripensare al tutto. Partiamo dal presupposto che noi come la Francia abbiamo una larga base da cui scegliere, a differenza di altri paesi. ma noi siamo per i cinque anni”. Nel giro della Nazionale inglese i giocatori eleggibili per residenza sono Billy Vunipola, Semesa Rokoduguni e Nathan Hughes.

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