Un viaggio in Europa alla ricerca del loro significato nascosto (e delinquente)
#5 – La Marsigliese
Allons enfants de la Patrie,
Le jour de gloire est arrivé!
Contre nous de la tyrannie,
L’étendard sanglant est levé!
L’étendard sanglant est levé!
Entendez-vous dans les campagnes
Mugir ces féroces soldats?
Ils viennent jusque dans nos bras
Egorger nos fils et nos compagnes!
Refrain
Aux armes, citoyens!
Formez vos bataillons!
Marchons! Marchons!
Qu’un sang impur
Abreuve nos sillons!
Sostanzialmente quello che era l’inno dei rivoluzionari francesi divenne anche, oseremmo dire giustamente, l’inno nazionale. E’ un inno potente, in cui praticamente si ricorda ai cittadini tutto il male fatto dai tiranni (o da chi per loro) e si invita la gentile utenza a prendere le armi e a riempire i galloni col sangue dei cattivi. Poi dici che in campo sono incattiviti…
#4 – The Flower of Scotland
O Flower of Scotland,
When will we see
Your like again
That fought and died for
Your wee bit hill and glen.
And stood against him,
Proud Edward’s army,
And sent him homeward
To think again.
The hills are bare now,
And autumn leaves
Lie thick and still
O’er land that is lost now,
Which those so dearly held
That stood against him,
Proud Edward’s army
And sent him homeward
To think again.
Those days are past now
And in the past
They must remain
But we can still rise now
And be the nation again!
That stood against him
Proud Edward’s army
And sent him homeward
To think again.
Inno controverso. Scritto da Roy Williamson ( The Corrose) nel 1966 non è l’inno ufficiale. Semplicemente perché la Scozia non ne ha uno. E allora le nazionali hanno pensato bene di prendere quello che più li rappresentava: un inno di riscatto, carico di emozioni, che promette cose non molto carine ai nemici e grande soddisfazione per gli amici. Peccato che gli scozzesi non abbiano amici.
#3 – Hen Wlad Fy Nhadau
Mae hen wlad fy nhadau yn annwyl i mi,
Gwlad beirdd a chantorion, enwogion o fri;
Ei gwrol ryfelwyr, gwladgarwyr tra mâd,
Dros ryddid gollasant eu gwaed.
Gwlad, gwlad, pleidiol wyf i’m gwlad.
Tra môr yn fur i’r bur hoff bau,
O bydded i’r hen iaith barhau.
Popolo orgoglioso quello gallese. Fiero delle proprie origini, dei propri bardi, della propria poesia, della propria lingua… e della sua capacità di dare un sacco di botte. Tutto questo contenuto in un unico inno, comprensibile ai solo gallesi, a qualche studioso o a chi cerca su wikipedia. Noi siamo tra gli studiosi…
#2 – Ireland’s call
Come the day and come the hour
Come the power and the glory
We have come to answer
Our country’s call
From the four proud provinces of Ireland
Ireland!
Ireland!
Together standing tall…
Shoulder!
To shoulder!
We’ll answer Ireland’s Call!
We’ll answer Ireland’s Call!
Questo anche non è l’inno ufficiale irlandese. L’inno è infatti il magnifico emblema dell’unione delle “due Irlande”, che hanno deciso di mettersi insieme per riempire di legnate chiunque abbia il coraggio di mettersi contro di loro su un campo da rugby. Nello specifico…vabbè, ve lo diciamo adesso chi nello specifico.
#1 – God Save the Queen
God save our gracious Queen,
Long live our noble Queen,
God save the Queen!
Send her victorious,
Happy and glorious,
Long to reign over us;
God save the Queen!
La regina. Il motivo per cui gli inglesi fanno tutto questo. Il motivo per cui tutti vogliono prenderli e ammazzarli di botte. La regina. Perché, nel caso non bastasse Dio, qualcuno a salvare la loro Gracious Queen ci sarà sempre. E tutti lo devono sapere.
Allora, davvero, non ce la sentiamo di mettere l’inno di Mameli. Ci rifiutiamo. Dalle elementari dovremmo saperne test storia e significato. Diciamo solo che “Stringiamci a coorte” non è un refuso, e non vuol dire “Stringiamoci a Corte”, ma “Stringiamoci a coorte”. Coorte. Formazione militare.
Desti fratelli, che fra un po’ si scende in campo!
di Giulio Giuseppe Giorno
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