Hartley e compagni mettono le mani sul match nell’ultimo quarto. Bleus mai domi e sempre a viso aperto
Inizio di match che conferma quanto ci si aspetta: Francia che muove alla mano, Inghilterra che carica con i carrier pesanti e usa in due occasioni Hughes come finto portatore per giocare una palla con la seconda linea linea di attacco come visto più volte con Billy Vunipola, la cui assenza sembra però farsi sentire in termini di impatto e fisicità. Il tabellino si muove parecchie volte ma sempre dalla piazzola, con l’Inghilterra che paga due placcaggi scorretti uno dei quali costa il giallo a May. La Francia è a tratti bella ma incompiuta, così come la partita interrotta da fischi tutti corretti: Lamerat che rotola palla in mano senza lasciare l’ovale, un sealing off del sostegno inglese, Atonio che più che il finto penetrante fa un vero velo. Ma quando muovono palla bene i Bleus sono bellissimi, come al ’27 dopo splendido angolo di Picamoles e allargamento per Nakaitaci portato fuori. Nel finale la prima vera azione da meta: contrattacco di Vakatawa sempre pericoloso, cross kick di Lopez e Lamerat che si divora il due contro uno. Ma la ricerca dal riciclo veloce da terra è da sottolineare. I primi quaranta si chiudono sul 9-9.
Fiammata dopo sei minuti di ripresa: break di Farrell, Daly pesta sulle gambe ma Nakaitaci lo porta fuori mentre schiaccia. Le cose migliori sono episodi ma dal significato non indifferente: un’arata della Francia su introduzione inglese ai cinque, Farrell che impatta Picamoles alto da consumato giocatore a XIII. Col passare dei minuti l’inerzia va però in mano inglese, che sembra avere più fiato e fisico. E soprattutto che col passare dei minuti mostra sprazzi di quel rugby abrasivo e in avanzamento su cui sono state costruite le 14 vittorie consecutive. Ma alla prima visita nei 22 della ripresa la Francia passa: offload e avanzamento coi carrier, riciclo sull’asse di Gourdon che manda in meta Slimani. L’Inghilterra è due volte imprecisa nei 22 con errori di handling, Spedding è in stato di grazia e converte ogni turnover ball in metri risaliti. Ma messi a posto gli errori, l’Inghilterra reagisce: splendida azione alla mano con cariche di Haskell e offload di Nowell a dare avanzamento e meta di Te’o (tre giocatori da poco entrati, l’importanza della rosa competitiva nei 23…). Ottenuto il vantaggio, l’Inghilterra vende metà campo e si ancora alla solidità del pack in maul. Finisce 19-16.
Inghilterra: 15 Mike Brown, 14 Jonny May, 13 Jonathan Joseph, 12 Owen Farrell, 11 Elliot Daly, 10 George Ford, 9 Ben Youngs, 8 Nathan Hughes, 7 Tom Wood, 6 Maro Itoje, 5 Courtney Lawes, 4 Joe Launchbury, 3 Dan Cole, 2 Dylan Hartley (c), 1 Joe Marler
A disposizione: 16 Jamie George, 17 Matt Mullan, 18 Kyle Sinckler, 19 Teimana Harrison, 20 James Haskell, 21 Danny Care, 22 Ben Te’o, 23 Jack Nowell
Marcatori Inghilterra
Mete: Te’o (71)
Conversioni: Farrell )71)
Punizioni: Farrell (10, 23), Daly (38)
Francia: 15 Scott Spedding, 14 Noa Nakaitaci, 13 Gaël Fickou, 12 Rémi Lamerat, 11 Virimi Vakatawa, 10 Camille Lopez, 9 Baptiste Serin, 8 Louis Picamoles, 7 Kévin Gourdon, 6 Damien Chouly, 5 Yoann Maestri, 4 Sébastien Vahaamahina, 3 Uini Atonio, 2 Guilhem Guirado (c), 1 Cyril Baille
A disposizione: 16 Clément Maynadier, 17 Xavier Chiocci, 18 Rabah Slimani, 19 Arthur Iturria, 20 Loann Goujon, 21 Maxime Machenaud, 22 Yoann Huget, 23 Jean-Marc Doussain
Marcatori Francia
Mete: Slimani (60)
Conversioni: Lopez (60)
Punizioni: Lopez (7, 13, 20)
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