Il seconda linea dovrà giustificarne la presenza. Ecco cosa dice la WADA
“New Zealand Rugby e New Zealand Rugby Players’ Association (associazione giocatori) confermano che nel novembre 2016, hanno ricevuto l’avviso che un controllo anti doping sottoposto a Patrick Tuipulotu, ha rivelato la presenza di specified substance inserite nella lista proibita di World Rugby”. Con queste righe è arrivato il velo ufficiale sulla notizia circolata sulla stampa kiwi circa un caso di positività di un giocatore All Blacks nel corso dei Test Match di novembre. Il giocatore è Patrick Tuipulotu, seconda linea classe 1993, 12 caps all’attivo (l’ultimo a Roma contro l’Italia) e in forza ai Blues di Auckland. Nel corso del tour europeo di novembre, era rientrato in Nuova Zelanda prima della sfida contro la Francia in fretta e furia. Ragioni personali era la motivazione.
Significa che un All Blacks ha fatto uso di doping? No, per nulla. Significa che un controllo ha fatto emergere la presenza di sostanze non accettate: non è automatico Tuipulotu abbia assunto sostanze proibite per alterare la propria prestazione (è uno dei possibili scenari, ma non l’unico), ma la presenza della sostanza incriminata è una sua responsabilità. Una specified substance, secondo le direttive WADA (World Anti-Doping Agency), è infatti una sostanza che può entrare anche inavvertitamente nel corpo dell’atleta: insomma, la loro presenza può avere anche una credible non-doping explanation (il caso di un farmaco al cortisone, per esempio) ovvero essere giustificata con pratiche non illegali (a differenza delle prohibited substances, la cui presenza è invece sicuramente riconducibile a pratiche illegali). E giustificare le cause della sostanza trovata è ora compito del giocatore e di chi si occuperà del caso. Fermo restando, come abbiamo detto, che ogni atleta è responsabile di ciò che il proprio corpo assume.
Intanto, Tuipulotu non sta prendendo parte alla pre season dei Blues. Cosa che avrebbe potuto fare secondo il regolamento WADA, ma secondo la stampa neozelandese lo stop sarebbe arrivato direttamente da World Rugby.
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