Opzioni, intelligenza e tre diavoli in fondo: come la Francia ha fatto tremare Twickenham

Lavagna tattica dedicata al gioco di coach Noves. Tra offload, contrattacchi e un triangolo allargato letale

picamoles francia sei nazioni

ph. Reuters

586 metri corsi palla in mano, 152 passaggi, 13 break, 25 difensori battuti e 13 offload. Sono questi i numeri dell’impresa sfiorata dalla Francia a Twickenham nella prima giornata del Sei Nazioni 2017. Solo la maggiore qualità della panchina ha permesso al quindici della rosa di non interrompere la striscia di vittorie consecutive, dopo che per oltre ’65 minuti di gioco i Bleus avevano tenuto sotto scacco l’Inghilterra. Ecco alcune delle situazioni che Hartley e compagni hanno maggiormente faticato a contenere.

 

 

Eddie Jones lo stratega (che fa mea culpa)

“Non ho preparato bene la squadra e dobbiamo fare molti compiti per casa in vista del prossimo impegno”, ha dichiarato Eddie Jones al termine dell’incontro. Rivedendo la partita, la sensazione è che soprattutto in difesa il tecnico australiano l’avesse prevista (e di conseguenza preparata) in modo diverso. Vero Nakaitaci e Vakatawa, ma quando gli avversari schierano Picamoles, Gourdon, Chouly, Maestri, Vahaamahina e Atonio, non puoi permetterti di non mettere densità vicina al breakdown e nei primi 5/10 metri all’esterno dell’apertura. I quattro screen evidenziano proprio altrettante situazioni in cui l’abilità della Francia è stata quella di fissare la difesa inglese, per poi muovere palla al largo. Il primo video sotto si riferisce all’immagine numero 1: con una linea inglese che si preoccupa di marcare i carrier pesanti francesi e occupare la profondità per l’eventuale (e legittimo) calcio francese, Vahaamahina allarga permettendo la corsa nello spazio dei trequarti. Il secondo filmato, invece, parte dallo screen 3 e ripropone una medesima situazione.

 

rugby sei nazioni

 

 

 

 Palla in movimento e offload a go go

Giocare oltre la linea, tenere viva la palla ed evitare il più possibile di rallentare il gioco passando dal punto d’incontro. Questo il credo tattico di coach Novès, che vuole ridare al gioco francese la propria identità fatta di movimento e palla che viaggia. Il migliore spot di tutto questo è l’azione che ha chiuso il primo tempo (primi due screen e video). Si parte da una situazione di contrattacco mal difeso dall’Inghilterra con break di Vakatawa, offload per Speeding e nuovo offload ancora per Vakatawa. Tutto ok, se non fosse che entrambi i due ricicli sono quasi dei veri e propri passaggi da terra (emblematico nell’immagine a destra Speeding che alza le mani da terra), e che quando Vakatawa va a terra l’estremo compagno di squadra si trova a circa nove metri di distanza. Tutto ciò però non impedisce di far vivere la palla evitando il punto d’incontro e dando un ritmo davvero difficile da sostenere: le doti da giocatore Seven dell’ala figiana (corsa nello spazio, offload da terra, rialzarsi per tornare immediatamente utile) sono messe a disposizione del gioco a XV.

L’immagine in basso (e la successiva gif) si riferiscono invece alla meta di Slimani e arriva dopo il doppio offload sull’asse Vahaamahina-Gourdon. Interessante è la posizione di partenza dei tre giocatori: complici anche le maglie troppo allargate della difesa che non raddoppia il placcaggio, la scelta non è quella di creare una mini-unit con portatore + 2 sostegni pronti già a fare pulizia, ma di restare ad una distanza che permette di ricevere l’eventuale offload che puntuale arriva.

 

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Vakatawa-Speeding-Nakaitaci: chili, velocità e fantasia

Una delle più dolorose spine nel fianco dell’Inghilterra è stato il triangolo allargato della Francia. Le statistiche parlano chiaro, con Vakatawa-Speeding-Nakaitaci che complessivamente hanno corso 308 metri palla in mano, realizzato 7 break profondi e battuto 11 avversari. Il motivo di numeri così importanti va ugualmente ripartito tra l’affiatamento che i tre hanno dimostrato (e sono tutti giocatori comunque pesanti) e il kicking game non sempre preciso dell’Inghilterra, che troppe volte ha mancato la rimessa laterale e contemporaneamente è salita con una rete inadeguata (immagini qui sotto), con giocatori pesanti in mezzo al campo attaccati dai back three in maglia Bleus (l’azione che chiude il primo tempo vista sopra inizia proprio dallo screen di sinistra).

Non solo, perché gente come Nakaitaci e Vakatawa, in grado di alzare il ritmo e giocare la palla sempre e comunque, costringe le difese a non dare mai per scontata l’opzione alla mano (vedi video sotto dopo palo di Farrell). La Francia è in questo momento una squadra difficilissima da difendere. Deve registrare ancora qualcosa, come i 14 turnover concessi alcuni dei quali in piena metà campo avversaria: ma se questo è il tipo di gioco richiesto, allora è un rischio che è naturale correre. Se e quanti dividendi pagherà, lo scopriremo tra qualche settimana.

 

sei nazioni rugby

 

di Roberto Avesani

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