Gli ospiti marcano nove mete, azzurri sempre in affanno. Peggior sconfitta interna nella storia del torneo
ROMA – Tra le fila dell’Irlanda non c’è capitan Best, rilevato da Scannell nel XV e da Tracy in panchina. L’Irlanda inizia con il recupero di un calcio di liberazione e si porta sul piede avanzante con una carica di Ringrose, che gli azzurri contengono sul loro out sinistro. Sulla prima mischia dell’incontro Furlong fa vedere di che pasta è fatto e domina l’ingaggio, costringendo Lovotti&co. al fallo e alla prima penaltouche in zona pericolosa per i Verdi: Murray e Henshaw provano due grubber a scavalcare la difesa, gli italiani contengono il pericolo ma sia il calcio di McLean che quello successivo di Canna non trovano quella che sarebbe stata una rimessa laterale fondamentale. Gli irlandesi risalgono bene il campo e continuano a variare bene il gioco, trovando un break di Zebo su placcaggio sbagliato da Gori che porta il gioco ancora sui 5 metri: dopo un paio di cariche bloccate alla base del palo (e Zebo che perde il pallone un attimo prima di schiacciare) al 12′ è Earls a concretizzare una chiara superiorità numerica al largo su assist di Jackson.
Sul restart azzurro, Murray svirgola un calcio di liberazione su cui lo stesso Earls parte in fuorigioco; dopo il turnover irlandese l’arbitro torna sul vantaggio e Canna segna il 3-7. Irlanda che continua a giocare un rugby diretto e molto verticale, con pochi passaggi e tanti affondi da parte dei ball carrier (Henshaw e O’Brien su tutti) che erodono metro dopo metro una difesa italiana solo a tratti coraggiosa nel salire velocemente; al 18′ il dominio dell’Irlanda porta alla seconda meta con Stander, liberato all’ala con un bel passaggio di Jackson (e difesa azzurra che nel contesto scivola male). Gli azzurri si fanno vedere nella metà campo azzurra ma senza successo, con Gori che spreca un’azione allargando male su Padovani e restituendo palla agli irlandesi. I Verdi ci mettono poco per ritornare a fare la voce grossa nei 22 azzurri e continuano nel loro game plan semplice ma altrettanto efficace: gli ospiti alternano gli incroci tra Jackson e i centri con le cariche di Stander e O’Brien, che al 27′ spianano la strada per la doppietta di Earls del 3-21. La reazione azzurra non è granché 0rganizzata, ma porta comunque ad un paio di maul italiane all’interno dei 22 irlandesi: sulla seconda, il carrettino guidato da Parisse va oltre e viene premiato da Smith con la meta di punizione e il giallo a Donnacha Ryan (10-21). La risposta della nazionale del Trifoglio, tuttavia, non tarda ad arrivare nonostante l’inferiorità numerica e porta ancora la firma di Stander, che rompe tre placcaggi nei 22 azzurri e firma il primo punto di bonus nella storia del Sei Nazioni (10-28). Il tempo si chiude con gli azzurri in attacco, ma un cross kick di McLean sbagliato prima e un grillotalpa (dubbio) di Heaslip spengono i tentativi degli uomini di O’Shea.
Nella ripresa il leitmotiv non cambia, con l’Irlanda che prende subito in mano il pallino del gioco e al 46′ Stander trova la tripletta sfruttando una salita fin troppo anticipata di Favaro e passando in mezzo alle maglie azzurre; Jackson converte per il 10-35. Questa volta l’Italia carica a testa bassa e si porta a ridosso dei 22 irlandesi, pur senza trovare spazio in una difesa ospite velocissima a salire e a chiudere gli spazi alle aperture di Canna verso i trequarti. Su una mischia vinta dall’Italia, Gori gioca rapidamente e naviga fin sui 5 metri dove l’Irlanda però abbassa la serranda e ruba l’ovale, ricaccando indietro Parisse&co. La partita vive un momento di stallo, l’Irlanda mantiene il possesso e continua a dare sfoggio di grande rugby, soprattutto con offload e ricicli a velocità altissima (Ringrose in grande spolvero); a dare una fiammata è Gilroy, che sfugge a Campagnaro con un cambio di direzione fulmineo e marca la sesta meta dell’incontro. Qualche minuto più tardi tocca proprio a Ringrose ergersi a protagonista principale: il gioiellino di Leinster rompe una serie di palccaggi in mezzo al campo e marca dopo una corsa di trenta metri, suggellando un secondo tempo magistrale da parte del 21enne. Negli ultimi due minuti c’è gloria ancora per Gilroy, che recupera un calcio di liberazione e vola in meta per il pesantissimo 10-56; allo scadere l’ala dell’Ulster marca la nona per il 10-63 finale. L’Italia esce con le ossa rotte dall’Olimpico.
A questo link le dichiarazioni di O’Shea e Parisse.
A questo link gli highlights del match.
Italia: 15 Edoardo Padovani, 14 Angelo Esposito, 13 Tommaso Benvenuti, 12 Luke Mclean, 11 Giovanbattista Venditti, 10 Carlo Canna, 9 Edoardo Gori, 8 Sergio Parisse (c), 7 Simone Favaro, 6 Maxime Mbanda, 5 Andries van Schalkwyk, 4 Marco Fuser, 3 Lorenzo Cittadini, 2 Leonardo Ghiraldini, 1 Andrea Lovotti
A disposizione: 16 Ornel Gega, 17 Sami Panico, 18 Dario Chistolini, 19 George Biagi, 20 Abraham Steyn, 21 Giorgio Bronzini, 22 Tommaso Allan, 23 Michele Campagnaro
Marcatori Italia
Mete: di punizione (32)
Conversioni: Canna (32)
Punizioni: Canna (15)
Irlanda: 15 Rob Kearney, 14 Keith Earls, 13 Garry Ringrose, 12 Robbie Henshaw, 11 Simon Zebo, 10 Paddy Jackson, 9 Conor Murray, 8 Jamie Heaslip, 7 Sean O’Brien, 6 CJ Stander, 5 Devin Toner, 4 Donnacha Ryan, 3 Tadhg Furlong, 2 Niall Scannell, 1 Cian Healy
A disposizione: 16 James Tracy, 17 Jack McGrath, 18 John Ryan, 19 Ultan Dillane, 20 Josh van der Flier, 21 Kieran Marmion, 22 Ian Keatley, 23 Craig Gilroy
Marcatori
Mete: Earls (12, 27), Stander (18, 35, 46), Gilroy (69, 78, 80+1), Ringrose (73)
Conversioni: Jackson (12, 18, 27, 46, 69, 73)
Punizioni:
di Daniele Pansardi
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