Il tallonatore, tornato ai Wasps, non usa mezzi termini sull’esperienza in bianconero
Che l’amore tra Festuccia e le Zebre non fosse mai scattato, era una sensazione che più di qualcuno aveva avuto. E dopo la sfida tra le due squadre dello scorso 22 gennaio, è arrivata l’ufficialità del ritorno del tallonatore nel club dove aveva militato nelle tre stagioni precedenti. Nei mesi trascorsi alla Cittadella, Festuccia ha collezionato nove presenze in Pro12 e quattro in Champions Cup, per un totale di 355 minuti che diluiti in 13 partite complessive (di cui appena 2 da titolare) significa nemmeno mezzora a partita. Decisamente poco, considerando gli obiettivi con cui Festuccia era tornato in Italia (tra questi anche riconquistare la maglia azzurra, come raccontato nell’intervista fatta lo scorso luglio). Per questo, ma anche per molto altro, è maturata la decisione di tornare ai Wasps con cui ha già collezionato due partenze da titolare su tre match giocati dalla squadra (contro gli Ospreys in Anglo Welsh Cup e contro gli Exeter domenica in Premiership, partita pareggiata 35-35). Vero che in periodo di Sei Nazioni mancano gli internazionali, con Ashley Johnson che va in terza, ma alle Zebre considerando l’indisponibilità di Manici e la squalifica di Fabiani, un maggior impiego era, almeno sulla carta, prevedibile. E ora, dalle pagine di Abruzzo Live, Festuccia parla proprio dell’addio alle Zebre.
“Sono andato via perché mi son reso conto di non essere utile alla squadra – esordisce – […] Per quanto mi riguarda, un contatto con i Wasps c’era già stato a ottobre ma vista la squalifica di Fabiani, non me la sono sentita di abbandonare la nave e quindi ho tenuto fede al mio impegno. Mi hanno richiamato a Natale e ho detto loro che dalla metà di gennaio sarei stato disponibile al trasferimento”. Il problema principale è stato il rapporto con coach Guidi: “Da questo punto di vista, Gianluca Guidi non mi è stato d’aiuto nonostante avessi parlato di ciò con lui. Ho visto che da parte sua non c’era una grande apertura per cui ho deciso di concentrarmi solo sul campo”, dice Festuccia a proposito della chiusura dell’ex tecnico dei ducali circa un eventuale coinvolgimento di Festuccia in vista di “un futuro da allenatore”.
Una cosa che mancava ultimamente in casa Zebre era il divertimento: “Se ciò non avviene, neanche in allenamento, allora ci sono problemi seri. Il professionismo è importante ma il divertimento è tutto […] Ecco perché si è creata una ferita insanabile tra Guidi e la squadra che, a un certo punto, l’ha delegittimato. Già dopo il suo esonero, l’aria che si respirava agli allenamenti era cambiata, testimonianza palese che uno dei problemi principali era lui. È chiaro che l’ambiente fosse ormai deteriorato”.
Per un giocatore proveniente dai Wasps, contesto e realtà sono decisamente di un altro livello: “Le cose sono cambiate dal momento che non è più gestita direttamente dalla federazione. Rispetto a società francesi o inglesi è, sicuramente, una realtà dilettantistica, semi professionistica al massimo […] E’ una società gestita come, forse, era gestito il mio Gran Parma dieci anni fa”.
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